Bruxelles – Esplorare il potenziale delle nuove tecniche genomiche nello sviluppo di un sistema agroalimentare più sostenibile, senza rinunciare alla sicurezza dei prodotti da mettere sulle tavole degli europei. Non solo biopesticidi, etichettatura e agricoltura del carbonio. Nel quadro della Strategia Farm to Fork, la Commissione Europea sta lavorando a una nuova iniziativa politica sulle piante ottenute da determinate tecniche genomiche (NGT), processi come la cisgenesi e mutagenesi che alterano il genoma di un organismo e che hanno il potenziale di rendere le piante più resistenti alle malattie, alle condizioni ambientali o agli effetti dei cambiamenti climatici estremi.
Per i detrattori sono “nuovi OGM” (organismi geneticamente modificati), ma per la Commissione sono parte di quella innovazione che guida la transizione della filiera agricola. “Il nostro lavoro sulle NGT è certamente parte di tale azione”, sottolinea il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, nel suo intervento al primo forum di alto livello sulle nuove biotecnologie agrarie organizzato oggi (29 novembre) dall’esecutivo per un confronto aperto con esperti del settore. “Il lavoro preliminare ha già rivelato che le piante ottenute da nuove tecniche genomiche hanno il potenziale per contribuire agli obiettivi di una produzione agroalimentare più resiliente e sostenibile”, aggiunge il commissario olandese, citando tra gli esempi di tali potenziali benefici “una maggiore resistenza delle piante a parassiti, malattie e condizioni ambientali o agli effetti dei cambiamenti climatici come la siccità”. Convinto che debba parallelamente proseguire anche il lavoro per migliorare le pratiche agricole, che riducono l’inquinamento chimico e le emissioni di gas serra.
“Una transizione di successo passa per l’innovazione”, conviene anche la commissaria alla Salute e Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, facendo eco alle parole di Timmermans. Le NGT sono “parte di tale innovazione e possono aiutare a promuovere i nostri obiettivi nell’ambito del Green Deal europeo e della strategia Farm to Fork”. Le discussioni che sono state avviate oggi dall’UE aiuteranno la Commissione a pubblicare nei prossimi mesi una valutazione d’impatto della iniziativa politica, prima di pubblicarla. Annunciando di voler esplorare questi “nuovi orizzonti”, ad aprile ha pubblicato uno studio sulle nuove tecniche genomiche (NGT) e aperto una consultazione pubblica che “ha suscitato risposte da tutto il mondo, fornendo un’ulteriore prova che la conversazione sul ruolo della moderna biotecnologia nel rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili è veramente globale”, aggiunge Kyriakides.
Per la commissaria i contributi forniti a questa consultazione hanno confermato che una delle questioni chiave e che desta più preoccupazione è quella relativa alla sicurezza, dalla valutazione del rischio alla tracciabilità ed etichettatura dei prodotti derivanti da questi processo. Sono diverse le ONG (Organizzazioni non governative) ad aver criticato la Commissione Europea per non tenere conto del principio di precauzione e delle norme ambientali e di tutela dei consumatori nel definire questo nuovo quadro normativo europeo. “Mentre i potenziali benefici che le nuove tecniche genomiche potrebbero portare sono spesso riconosciuti, ci sono preoccupazioni anche per i loro potenziali impatti negativi”, ha spiegato la commissaria. Aggiunge poi che “tutti noi vogliamo vedere la transizione verso la sostenibilità avvenire rapidamente; e siamo tutti d’accordo sulla necessità di mantenere elevati standard di sicurezza”, sostiene, promettendo ancora “che la sostenibilità non andrà a scapito della sicurezza. Il nuovo quadro che creiamo deve mantenere l’attuale elevato livello di sicurezza e protezione. Questo è stato il principio guida della politica alimentare dell’UE in passato e continuerà ad esserlo”.