Roma – Non è il trattato del ‘dopo Merkel’ e neppure la chiusura di un triangolo forte Parigi-Roma Berlino ma certamente il nuovo bilaterale tra Italia e Francia segna un punto a favore dell’Europa. Il trattato del Quirinale che Emmanuel Macron e Sergio Mattarella firmeranno domani è un ulteriore passo verso quella cooperazione tra Paesi guida nell’integrazione europea che dopo il grande balzo del Next generation EU, ha segnato il passo.
Gli appuntamenti del presidente francese cominceranno già questo pomeriggio con il colloquio con il presidente del Consiglio Mario Draghi in programma a Palazzo Chigi che sarà seguito dalla cena al Quirinale offerta dal capo dello Stato. Domani mattina (venerdì 26), sempre nelle dorate stanze del Colle, la firma ufficiale del trattato costituito da 12 articoli con l’allegato programma di lavoro in cui viene descritto il percorso di attuazione della collaborazione rafforzata.
“Un investimento per un futuro comune“, ha sottolineato il presidente Mattarella durante il primo incontro nel pomeriggio con il capo dell’Eliseo. “La rafforzata cooperazione tra Italia e Francia deve avere l’obiettivo di portare all’interno dell’Ue la necessaria ambizione. La dimensione europea è l’elemento chiave – ha spiegato il capo dello Stato – in una fase in cui siamo chiamati a superare la crisi legata alla pandemia e a ripartire con rinnovato slancio per affrontare con successo le grandi sfide della transizione ecologica e digitale”.
Nel settore della difesa l’obiettivo è di allargare anche alle altre produzioni militari aeree e di terra, la cooperazione nel campo navale. Ancora più rafforzata sarà la cooperazione in ambito spaziale con nuovi programmi per Ariane e Vega e del ruolo della base di lancio europea di Kourou in Guyana.
“Due Paesi che decidono di avere consultazioni rafforzate per condividere gli obiettivi strategici di un’Europa più sovrana”, è il giudizio del sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola, un tentativo per riprendere il filo di una migliore collocazione internazionale dell’UE autonoma dai nuovi blocchi che si vanno delineando.
Gli obiettivi e gli strumenti indicati dal Trattato solo accompagnati da un meccanismo di consultazione permanente con vertici annuali tra i due governi e relazioni paritarie tra i ministri degli esteri, su tutti i temi indicati nei dodici articoli.
Con la firma del Quirinale, Francia e Italia vogliono chiudere con le tensioni pesanti che ai tempi del governo giallo-verde avevano congelato il percorso diplomatico già avviato nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni. Con il vertice di Napoli dello scorso anno Giuseppe Conte e Emmanuel Macron avevano ricucito lo strappo e ora con Draghi e Mattarella è possibile tornare a braccetto con i cugini d’oltralpe. Un legame forte che ora dovrà passare il vaglio dei contenuti e di una direzione comune per quanto possibile nel contesto istituzionale di Bruxelles e che dovrà trovare sponda anche con la Germania per chiudere quel triangolo di cui l’Europa ha grande bisogno.