Bruxelles – Troppo rischioso, troppo lento nello sviluppo e poco sicuro. In altri termini, l’energia nucleare non è sostenibile dal punto di vista ambientale e va tenuta fuori dal sistema di classificazione dell’UE per gli investimenti sostenibili (la tassonomia verde). Questo il messaggio lanciato questa mattina (24 novembre) dalla co-presidente dei Verdi Europei, Ska Keller, insieme ai due eurodeputati Yannick Jadot e Sven Giegold, provenienti rispettivamente da Francia e Germania. A margine della plenaria del Parlamento in corso a Strasburgo, i tre deputati hanno organizzato una conferenza stampa insieme a Carole Dieschbourg, ministro dell’ambiente lussemburghese, per accendere nuovamente i riflettori sulla questione della tassonomia europea.
Nelle prossime settimane la Commissione deve presentare il secondo atto delegato complementare sulla tassonomia, che andrà a chiarire se quelli verso il gas e l’energia nucleare debbano considerarsi investimenti sostenibili. La tassonomia è pensata come uno strumento per banche e altri investitori per orientare le risorse in progetti di transizione verde.
Diverse voci a Bruxelles dicono che l’Esecutivo potrebbe presentare l’atto il primo dicembre, il giorno prima di una riunione dei ministri dell’Energia degli Stati membri dell’UE, ma ancora non c’è stata alcuna conferma formale. Questo secondo atto delegato è attesissimo e la Commissione, come spesso ha già fatto, potrebbe decidere di rimandare oltre. E’ possibile comunque che sia svelato prima dell’ultimo Consiglio Europeo dell’anno (16-17 dicembre) per dare modo agli Stati di parlarne.
“La tassonomia fissa le linee guida per le banche e altri finanziatori per investire in cose sostenibili”, ha ricordato Keller. Definisce “cosa sono gli investimenti sostenibili, se includiamo tutto, perde il significato”. Ha ribadito che se anche dalla tassonomia venissero esclusi gas e nucleare, “nulla vieta” agli Stati “di proseguire in queste energie” nel loro mix energetico nazionale, “semplicemente non si può dire che siano energie “verdi”. Se vogliamo una rapida transizione energetica, allora dobbiamo investire nelle energie rinnovabili.
Jadot – che oltre a essere un eurodeputato è ora candidato alle presidenziali francesi del 2022 per i Verdi – si è soffermato sul ruolo di Parigi, che tra poco più di un mese diventerà presidente di turno dell’UE e sta spingendo senza sosta per l’inclusione dell’energia dell’atomo tra gli investimenti sostenibili. “Lo dicono gli investitori, lo dicono i grandi Paesi Europei, a poche settimane dalla presidenza francese la Francia deve fermare la sua pressione per includere il nucleare, e quindi il gas per soddisfare i suoi alleati, nella tassonomia”. Jadot infatti conferma un dialogo in corso tra Francia e Polonia per sostenersi reciprocamente e includere nella tassonomia sia gas che nucleare. Lo stesso, scrivevamo qui, secondo la deputata italiana Eleonora Evi starebbe avvenendo tra la Francia e l’Italia, a favore dell’inclusione del gas nella tassonomia ma che ancora non ha preso una posizione netta sul nucleare. “Occorre, ora più che mai, essere coerenti e abbandonare gas e nucleare – ha avvertito Ignazio Corrao, eurodeputato dei Verdi europei – in favore delle energie rinnovabili, così da effettuare quel tanto annunciato cambio di passo, in linea con il Green Deal europeo. Non è una novità che, proprio in Europa, come avvenuto per la Cop26, le lobby delle industrie fossili e delle grandi multinazionali spingano per ritardare il più possibile la transizione, con un’Europa divisa tra chi spinge a favore del gas o del nucleare, alla faccia delle vere rinnovabili”.
Dello stesso avviso il tedesco Sven Giegold, per il quale “investire nel nucleare è un errore: non è sostenibile, è costoso e non è certo. L’energia nucleare non può essere integrata nella tassonomia”. La Germania di Angela Merkel è storicamente legata al gas come fonte energetica di transizione, soprattutto dopo la decisione di dire addio al nucleare dopo l’incidente di Fukushima, e alle rinnovabili. Per la Berlino del dopo Merkel si apre un grande interrogativo su come sarà gestita la questione del gas in un governo di coalizione che include anche i Verdi insieme ai Socialdemocratici (Spd) e i Liberali della Fdp.