Bruxelles – A quasi un anno dalla sua ultima apparizione alla sessione plenaria del Parlamento UE (allora nell’emiciclo di Bruxelles), la leader dell’opposizione democratica della Bielorussia, Sviatlana Tsikhanouskaya, torna a confrontarsi con gli eurodeputati. E questa volta lo farà a Strasburgo, su invito del presidente dell’Eurocamera, David Sassoli. “Tsikhanouskaya, una delle voci più ispiratrici della democrazia, si rivolgerà alla plenaria in un momento cruciale per la Bielorussia e l’Europa“, ha annunciato su Twitter Sassoli.
Mercoledì prossimo (24 novembre) nell’emiciclo del Parlamento UE si parlerà prima di tutto della situazione interna alla Bielorussia, dove sono all’ordine del giorno le violazioni dei diritti umani contro i cittadini e contro quello che rimane delle opposizioni e delle voci indipendenti. Si ha notizia di 821 prigionieri politici, perquisizioni della polizia nelle case dei dissidenti, arresti arbitrari e violenti (come quello nei confronti di Roman Protasevich), processi-farsa, libertà di stampa imbavagliata e pena di morte ancora applicata. In un intervento in videoconferenza alla commissione Affari esteri (AFET) dello scorso 26 maggio, Tsikhanouskaya aveva già chiesto agli eurodeputati di essere “più decisi” nella risposta alla politica del presidente, Alexander Lukashenko, dal momento in cui il Paese si stava trasformando nella “Corea del Nord d’Europa”.
Tuttavia, a causa dell’escalation di tensione ai confini con la Polonia e la Lituania – iniziata a fine giugno con l’invio forzato di persone migranti da Minsk verso le frontiere dell’Unione – al centro del dibattito delle istituzioni UE sulla Bielorussia è rimasto quasi soltanto il tema della rotta migratoria e della “guerra ibrida” innescata da Lukashenko. Gli eventi delle ultime settimane impongono una riflessione con la leader dell’opposizione bielorussa anche sulla gestione del flusso in arrivo verso l’Unione e su come aiutare migliaia di persone inermi che si trovano bloccate nel gelo alla frontiera, alla mercé delle violenze delle autorità bielorusse e dei respingimenti illegali dei soldati polacchi. Anche perché da Varsavia il ministro della Difesa, Mariusz Błaszczak, non fa un passo indietro e parla di “una crisi che potrà durare mesi, se non anni”.
Su Twitter la leader dell’opposizione Tsikhanouskaya si è detta “addolorata” della situazione che si sta creando sul confine polacco-bielorusso e ha puntato il dito contro Lukashenko: “Mi vergogno che le forze di sicurezza maltrattino i migranti, li spingano verso il filo spinato e provochino scontri”. Anche se “il dittatore fa di tutto per renderci un Paese emarginato, la Bielorussia non deve essere equiparata al regime“, è stato l’appello di Tsikhanouskaya alle potenze mondiali, Unione Europea inclusa.
https://twitter.com/Tsihanouskaya/status/1460754933230321669?s=20
Intanto dall’UE arrivano le prime timide risposte a sostegno delle persone migranti bloccate alla frontiera con la Bielorussia. La Commissione Europea ha stanziato oggi (mercoledì 17 novembre) 700 mila euro in fondi per l’assistenza umanitaria, di cui 200 mila alla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) e 500 mila ad altre organizzazioni umanitarie partner di Bruxelles. I fondi serviranno per fornire supporto e beni di prima necessità, come cibo, coperte, kit igienici e di primo soccorso.
“Chiedo un accesso continuo delle organizzazioni umanitarie da entrambe le parti del confine per raggiungere questo grande gruppo di rifugiati e migranti e fornire loro assistenza urgente”, ha esortato il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič. Su Twitter la presidente dell’esecutivo UE, Ursula von der Leyen, ha voluto sottolineare che “siamo pronti a fare di più, ma il regime bielorusso deve smettere di adescare persone e mettere a rischio le loro vite”.
Europe is at the side of the people trapped at the border with Belarus.
The @EU_Commission is mobilising €700,000 to deliver food, blankets, hygiene and first aid kits.
We are ready to do more. But the Belarusian regime must stop luring people and putting their lives at risk. https://t.co/IiEdmFgWsT
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 17, 2021