Bruxelles – Nel pieno della crisi dei semiconduttori che sta rallentando ovunque nel mondo la produzione di microchip, la Commissione UE cerca di tracciare la strada per l’autonomia strategica dell’Unione nel settore dei microprocessori. Dopo i colloqui con gli Stati Uniti da parte dei vicepresidenti Margrethe Vestager (per il Digitale) e Valdis Dombrovskis (per l’Economia) e il viaggio in Corea del Sud del commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, è stata la stessa presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, a mettere in fila le priorità dell’Unione: “L’aumento della produzione europea di chip è un bene, perché significa meno dipendenza da Paesi terzi e catene di approvvigionamento più diversificate“.
L’esortazione di von der Leyen è arrivata oggi (lunedì 15 novembre) durante la visita alla sede della società olandese Advanced Semiconductor Materials Lithography (ASML) di Eindhoven, insieme al primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, alla vicepresidente Vestager e al commissario Breton. “Si tratta di uno dei nostri campioni digitali europei”, ha sottolineato in un comunicato la presidente della Commissione Europea. ASML è “uno dei principali attori nella catena globale del valore dei semiconduttori”, essendo un produttore mondiale di sistemi di litografia (le macchine utilizzate per fabbricarli) e permettendo la realizzazione di microchip in tutto il mondo, dall’UE a Singapore, fino agli Stati Uniti e alla Corea.
Today, I am visiting, together with @MinPres, a European digital champion – @ASMLcompany.
I look forward to discussing with ASML’s staff about the future of the digital sector and the European Chips Act. @vestager@ThierryBreton
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 15, 2021
La visita al presidente e amministratore delegato di ASML, Peter Wennink, oltre a costituire un’occasione per discutere le “attuali sfide e opportunità nell’industria dei semiconduttori” ha permesso alla leader della Commissione UE di tracciare i punti di contatto tra le industrie europee e le istituzioni comunitarie: “Questa azienda giocherà un ruolo importante nei nostri sforzi per rendere l’Europa più competitiva e più sovrana nel settore tecnologico”, ha ribadito von der Leyen, che ha ricordato l’obiettivo dell’Atto europeo dei microchip (atteso per l’inizio del 2022): “Vogliamo che l’Unione raddoppi la sua quota di mercato nei microchip entro il 2030“, passando dal 10 al 20 per cento della produzione mondiale.
“Per avere successo, dobbiamo lavorare insieme”, ha aggiunto la presidente dell’esecutivo comunitario. Il piano dell’UE per raggiungere l’autonomia strategica nel settore dei microchip si fonda su quattro punti. “In primo luogo, abbiamo bisogno di un maggiore coordinamento tra le attività di ricerca“, che coincida con le “esigenze dell’industria”. Serve poi un “miglioramento nella progettazione e nella produzione di chip made in UE“, con un supporto da parte di Bruxelles allo “sviluppo di questa capacità produttiva aggiuntiva”. E infine è necessaria “più cooperazione con l’industria, che svilupperà nuovi prodotti europei e utilizzerà chip all’avanguardia”.
Per l’Unione si tratta anche di un’opportunità per “più posti di lavoro qualificati e nuovi mercati per le nostre aziende“, ha sottolineato von der Leyen, dal momento in cui “l’UE investirà in modo massiccio nel settore digitale nei prossimi anni”, produzione dei microchip inclusa. I finanziamenti arriveranno fino a 200 miliardi di euro dal piano di ripresa NextGenerationEU: “Lavoriamo insieme per farne un successo europeo”, ha concluso la presidente della Commissione UE.