Bruxelles – La crisi politica della Repubblica Ceca si è risolta. Il presidente Milos Zeman ha incaricato il leader della coalizione di centrodestra SPOLU Petr Fiala di formare il nuovo governo. Fiala ha immediatamente accettato e, forte dell’accordo con i centristi del Partito dei Sindaci e degli Indipendenti (STAN) e del Partito Pirata, si insedierà già nei prossimi giorni.
Dopo le elezioni dell’8 e 9 ottobre, la Cechia era caduta in un’impasse. Nessun partito aveva chiaramente vinto la consultazione elettorale e non si era riuscito a trovare un’intesa tra le parti, mentre il presidente Zeman, che avrebbe dovuto gestire la situazione, veniva ricoverato in terapia intensiva per i suoi cronici problemi al fegato. Le sue condizioni erano talmente serie che il Parlamento aveva valutato di togliergli i poteri per sopravvenuta incapacità. Il Presidente si è però parzialmente ripreso e, sebbene sia ancora in ospedale, ha potuto conferire l’incarico a Fiala.
Il leader di SPOLU è un professore di scienze politiche ed è stato rettore dell’università Masaryk di Brno. Come capo del governo guiderebbe una coalizione di cinque partiti, principalmente di centrodestra. Il suo Partito Civico e Democratico è quello più conservatore: al Parlamento europeo siede nel gruppo euroscettico di destra dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), presieduto da Giorgia Meloni. Gli altri due partiti che formano SPOLU, i Cristiano Democratici e Top 09, sono membri del Partito Popolare Europeo, così come STAN. Il Partito Pirata siede invece con i Verdi.
In generale, il nuovo esecutivo dovrebbe essere più europeista e atlantista rispetto al precedente guidato da Andrej Babis. Fondatore dell’Azione dei Cittadini Insoddisfatti (ANO), Babis è primo Ministro dal 2017 ed è uno degli uomini più ricchi del Paese. Il suo modo di governo e di fare politica è classificabile come populista ed è stato al centro di vari scandali, ultimo dei quali quello sui Pandora Papers. Pur sedendo a Strasburgo con il gruppo europeista Renew Europe, ha adottato spesso una retorica euroscettica ed è stato fautore di un riavvicinamento con la Federazione russa, in questo fortemente criticato dal centrodestra ceco. Nonostante un discreto risultato elettorale, non è riuscito però a confermarsi alla guida del Paese.