Bruxelles – La riattivazione del patto di stabilità può attendere, il ripristino del controllo degli Stati membri invece no. Se per le regole comuni di bilancio si mostra pazienza, lo stesso non avviene in fase di prevenzione. L’Europa è pronta a tornare al meccanismo di sorveglianza. I ministri dell’Economia e delle finanze dei Ventisette, in occasione della riunione dell’Ecofin, approvano conclusioni sul futuro della governance economica che iniziano la nuova stretta sui governi e la loro spesa.
Il Consiglio, recita il documento, “chiede un rapido ritorno agli elementi centrali del semestre europeo nel ciclo 2022, in particolare ripristinando le relazioni nazionali e le raccomandazioni specifiche per paese”. Le regole su debito e deficit restano in sospeso fino al 2023, ma intanto ci si porta avanti ripristinando il controllo ‘a uomo’ dei membri del club a dodici stelle.
“La nostra intenzione è ritornare a questo”, conferma il vicepresidente esecutivo della Commissione UE responsabile per un’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis. “Il principale elemento di novità è la valutazione del piano di ripresa” e la sua attuazione in modo da garantire crescita a rientro del debito.
Tornare al meccanismo di sorveglianza vuol dire preparare una nuova stretta preventiva sui governi e i loro conti dopo il rilassamento dovuto alla pandemia. La situazione migliora, tanto che “tutti gli Stati membri torneranno ai livelli di crescita pre-Coronavirus tra la fine di quest’anno e il prossimo anno”, sottolinea Dombrovskis. Per questo l’Ecofin attende la disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita a partire dal 2023. Per quel momento bisognerà essere pronti a garantire crescita e riduzione degli squilibri, e il ritorno al monitoraggio nel 2022 serve a essere pronti.