Bruxelles – È una giornata storica per la commissione speciale per l’Intelligenza artificiale (AIDA) del Parlamento UE. “Eravamo pronti fin dal primo giorno di mandato per un momento come questo”, ha annunciato il presidente Dragoş Tudorache. E il motivo non è difficile da comprendere: questa mattina (martedì 9 novembre) il progetto di relazione sull’intelligenza artificiale (IA) nell’era digitale è stato presentato in commissione ed è iniziato così l’iter di regolamentazione delle tecnologie emergenti da parte degli eurodeputati.
“Stiamo parlando di una rivoluzione che può spostare i rapporti di potere globali”, ha esordito in grande stile il relatore Axel Voss (PPE): “Ma l’Europa, che per secoli ha fissato gli standard di sicurezza della tecnologia, è rimasta indietro e ci potrà essere un rischio per la tenuta del nostro stato sociale”. Per riposizionarsi al centro di questa rivoluzione digitale, è necessario prendere il controllo della leadership globale dell’intelligenza artificiale. “La maggioranza delle applicazioni sono strumenti efficienti per l’elaborazione dati”, ha sottolineato il relatore tedesco, che si è soffermato sulle numerose opportunità dei sistemi IA: “Dagli sviluppi delle terapie e dei vaccini nel settore della salute, alla riduzione delle emissioni di gas serra, fino all’implementazione dei sistemi energetici, agricoli e delle smart city”.
Il progetto di relazione del Parlamento UE avverte anche dei pericoli di un’intelligenza artificiale deregolamentata, come lo spionaggio e gli attacchi informatici o il social scoring, i sistemi che premiano o penalizzano i singoli cittadini rispetto ai comportamenti rilevati dagli strumenti tecnologici. “Prima di tutto bisogna soddisfare le condizioni fondamentali per competere, perché al momento il divario di investimenti con Cina e Stati Uniti sta aumentando sempre più”, è stato il monito di Voss. In secondo luogo, si dovrà fare affidamento su un approccio umanocentrico alla regolamentazione dei sistemi IA, “che si basi sui valori europei democratici ed etici”. Il riferimento è al metodo basato sui diversi livelli di rischio delle applicazioni, come proposto dalla Commissione Europea: “Ci dovremo concentrare sui limiti da fissare solo sull’intelligenza artificiale ad alto rischio, senza frenare le opportunità negli altri ambiti”, ha confermato il relatore.
Spazio poi alla tabella di marcia per l’intelligenza artificiale nel decennio digitale, a partire dall’aumento della portata delle reti 5G e 6G “anche nelle zone rurali” e lo sviluppo delle competenze digitali di base sul fronte dell’IA. Necessari investimenti nell’industria “per sviluppare le tecnologie in loco e per prevenire la fuga dei talenti europei”. In questo modo i membri del Parlamento UE punto a rendere l’Unione Europea “leader globale nello sviluppo di un’intelligenza artificiale affidabile e sicura”. Il quadro normativo “dovrà lasciare campo all’innovazione”, ha specificato Voss, indicando nell’armonizzazione delle leggi europee e nella creazione di una commissione parlamentare ad hoc sulle questioni digitali le direttrici di intervento di Bruxelles.
La bozza di relazione sarà ora discussa all’interno dei gruppi politici e, come fissato dal presidente Tudorache, ci sarà tempo fino al 6 dicembre per gli emendamenti. Entro febbraio si dovranno concludere i negoziati e ci si aspetta per marzo l’approvazione del testo finale. Un lavoro che coinvolgerà in primis Brando Benifei, relatore-ombra per il gruppo S&D. Intervenuto questa mattina nel corso della discussione tra gli eurodeputati della commissione AIDA, il capo-delegazione del Partito Democratico ha avvertito che “per l’ampiezza dell’argomento sarà necessario analizzare il testo con attenzione” e che l’obiettivo primario sarà “portare termine un lavoro che abbia un impatto tangibile”. Benifei ha definito la relazione come “una sveglia per l’Unione Europea, visto che siamo in ritardo sui concorrenti e che bisogna potenziare gli investimenti e la ricerca”.
Nonostante sia fondamentale “concentrarci sugli aspetti positivi dell’intelligenza artificiale, senza farci schiacciare da paure inutili”, è altrettanto vero che non si possono dimenticare gli elementi di criticità. Uno su tutti il “poco impegno” sull’uso indiscriminato dei sistemi di IA nei luoghi di lavoro e sul riconoscimento biometrico a distanza nei luoghi pubblici. Questioni particolarmente divisive all’interno del Parlamento UE, ma su cui i socialdemocratici – appoggiati da Verdi, liberali e sinistra – concentreranno i propri emendamenti, ha ribadito l’eurodeputato italiano.
A confermare la necessità di dotarsi di un quadro normativo ambizioso e all’altezza delle aspettative è stato lo stesso presidente della commissione AIDA, appena tornato da un viaggio a Washington per confrontarsi con i membri del Congresso statunitense. “C’è convergenza sulle tutele per i cittadini e per gli obiettivi dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale“, ha spiegato Tudorache, “ma Unione Europea e Stati Uniti sono su due piani diversi a livello di approccio normativo“. A differenza di Bruxelles, “loro stanno elaborando un quadro di rischio su base volontaria per le industrie”, animati da “quasi un’ossessione per la Cina, che dovremo tenere conto nelle nostre relazioni transatlantiche”, ha concluso il presidente della commissione AIDA.