Bruxelles – Il Portogallo andrà a elezioni. Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha annunciato il parere positivo del Consiglio di Stato sulla dissoluzione dell’attuale Parlamento. La decisione segue la crisi di governo innescata la settimana scorsa, quando l’esecutivo del primo ministro Antonio Costa aveva perso la fiducia degli alleati esterni di sinistra nell’approvazione del nuovo piano di bilancio.
Secondo la stampa portoghese il Presidente sta ancora valutando quando firmare decisione ufficiale sullo scioglimento delle Camere. In questi giorni andranno avanti le consultazioni tra la presidenza e i partiti per accordarsi sui tempi ma è probabile che si tornerà alle urne a gennaio.
La crisi
Antonio Costa era alla guida di un’alleanza di governo tra il suo Partito socialista e la sinistra radicale dal 2015. Questa coalizione inedita, soprannominata Geringonça (“pasticcio”), aveva dato vita ad un governo di minoranza dei socialisti, con l’appoggio esterno del Partito comunista e del Blocco di Sinistra.
La peculiare alleanza era stata rinnovata anche dopo le elezioni del 2019, raggiungendo buoni risultati in campo economico e riscuotendo consensi presso l’elettorato. La Geringonça aveva permesso a Costa di governare ininterrottamente dal 2015 escludendo la principale formazione di centrodestra, Partito Social-Democratico (PSD).
Il 27 ottobre scorso la collaborazione ha segnato una battuta d’arresto forse fatale. Entrambe le forze di sinistra esterne al governo avevano deciso di votare contro il piano di bilancio presentato da Costa. Jerónimo de Sousa, leader dei comunisti, aveva accusato l’esecutivo di aver proposto un bilancio che “avrebbe lasciato più di due milioni di lavoratori senza diritti e alla mercè del grande capitale”.
Il presidente Marcelo Rebelo De Sousa, a quel punto, ha preferito optare per lo scioglimento delle camere invece che per il frazionamento del bilancio. In quel modo sarebbe stato necessario votare nuovamente la manovra ogni mese.
Portogallo: elezioni in bilico
Il primo ministro uscente spera che gli elettori puniscano la scelta dei partiti di sinistra di abbandonare il governo. Secondo gli ultimi sondaggi (realizzati prima della crisi) i socialisti sono a un passo dalla maggioranza necessaria a governare da soli (sfuggita per appena 8 seggi alle ultime elezioni), con circa il 39 per cento dei consensi.
I Socialdemocratici (centrodestra) sono attestati intorno al 27 per cento, aliquota simile a quella delle elezioni del 2019. A guadagnare sarà probabilmente CHEGA, il partito di destra guidato da André Ventura che due anni fa si fermò appena sopra l’uno per cento. Alle elezioni per il Presidente della repubblica dello scorso gennaio CHEGA aveva totalizzato l’11,9 e ora, secondo i sondaggi, si attesterebbe intorno al 9 per cento.
Entrambi i partiti della sinistra radicale, Comunisti e Blocco della Sinistra, avevano perso consensi nell’ultimo anno. Oggi secondo le stime totalizzerebbero il 6 e il 5 per cento, appaiati con la formazione di centro Iniziativa Liberale di João Cotrim de Figueiredo.
Nonostante Costa rimanga molto popolare tra i cittadini portoghesi, qualora dovesse mancare l’obiettivo di raggiungere una maggioranza di soli socialisti (che richiede il 40 per cento dei voti), sarebbe molto difficile rimettere in piedi la Geringonça. Se non fosse in grado di ricucire lo strappo con la sinistra, al primo ministro uscente non resterebbe che rivolgersi agli animalisti del Partito Animali Natura, che potrebbe riconfermare i suoi 4 seggi.