Bruxelles – Nell’aggiornamento settimanale del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) sulla diffusione del COVID-19, la situazione complessiva dell’Unione europea è in costante peggioramento, con l’Europa orientale ormai interamente colorata di rosso.
ECDC colora di rosso le regioni con un tasso di positività dei tamponi superiore al 4 per cento oppure con più di 200 casi per 100 mila abitanti nelle ultime due settimane, di rosso scuro se questi sono più di 500. Interamente in rosso scuro si trovano i tre Paesi baltici (con la Lettonia, attualmente in lockdown, che ha il peggior rapporto dell’UE di nuovi casi su popolazione), Irlanda, Belgio, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Romania e Bulgaria. Questi ultimi sono anche i due Paesi più in difficoltà a livello ospedaliero, dal momento che sono anche gli Stati con il tasso di vaccinazione più basso.
Tra il rosso e il rosso scuro si trovano anche Germania, Polonia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Grecia e Cipro, oltre a quasi tutte le regioni scandinave. Interamente arancioni (casi tra i 50 e i 200 per 100mila abitanti e tassi di positività sotto il 4 per cento) Francia e Portogallo, che è lo Stato membro dell’Unione europea che vanta la maggior percentuale di vaccinati. A causa delle festività degli ultimi giorni, la Spagna non ha aggiornato i dati ed è pertanto colorata di grigio. Nell’ultimo aggiornamento del 28 ottobre lo Stato iberico aveva alcune regioni verdi e altre arancioni, ma la situazione è in peggioramento anche lì.
Con l’esclusione di Malta, il Paese con la situazione migliore è l’Italia: il nostro Paese è colorato di arancione con Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Molise, Basilicata e Sardegna che sono addirittura verdi, uniche regioni d’Europa ad essere inserite nella fascia di rischio più bassa insieme alle isole dell’Egeo. La provincia autonoma di Bolzano è l’unica macchia rossa in Italia.
In generale, la pandemia è in ripresa in tutto il territorio dell’Unione europea, La situazione più preoccupante è nell’Europa orientale, dal momento che il basso numero di vaccinati porta più persone ad aver bisogno di ricovero e mette gli ospedali sotto pressione. In Europa occidentale, l’alto numero di vaccinazioni e l’inizio della somministrazione delle terze dosi lascia per ora sostanzialmente tranquilli gli ospedali, il dato più importante da monitorare per l’introduzione di nuove eventuali restrizioni.