E’ iniziato ieri 2 novembre nell’Aula del Senato l’esame della Legge europea 2019-2020. Il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei Ministri il 29 luglio 2020, è stato approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati il 1° aprile 2021. Dopo le modifiche apportate dalla Camera dei Deputati, il testo si compone di 38 articoli che modificano o integrano disposizioni vigenti dell’ordinamento nazionale per adeguarne i contenuti al diritto europeo. La legge arriva in un momento assai particolare dopo la polemica scatenata dalla decisione della corte costituzionale polacca, in merito proprio alla supremazia delle leggi europee rispetto a quelle nazionali.
Esso contiene di disposizioni aventi natura eterogenea che intervengono nei seguenti settori: libera circolazione di persone, beni e servizi e merci; spazio di libertà, sicurezza e giustizia; fiscalità, dogane e ravvicinamento delle legislazioni; affari economici e monetari; sanità; protezione dei consumatori; energia. “L’approvazione della legge europea consente al nostro ordinamento di armonizzare la sua legislazione con quella europea” ha dichiarato il relatore del provvedimento, Dario Stefano (Pd), presidente della commissione Politiche Ue.
“Questo obiettivo, in linea con una tradizione chiaramente europeista del nostro Paese, e’ raggiunto attraverso i due strumenti della legge di delegazione europea e della legge europea. In questo contesto, il disegno di legge in esame, come tutti i disegni di legge europea, ha inteso anche agevolare la chiusura di diverse procedure d’infrazione”. Stefano ha fatto presente che “alla data 29 settembre 2021, ammontano a 97 le procedure di infrazione aperte a carico dell’Italia (62 per violazione del diritto dell’Unione e 35 per mancato recepimento di direttive); ad oggi l’Italia risulta aver già pagato 751,6 milioni di euro, a seguito delle sei condanne comminate dalla Corte di giustizia per le violazioni del diritto dell’Unione europea conseguenti a procedure di infrazione. E’ dunque importante – ha concluso il parlamentare Dem – che questa legge europea permetta l’ulteriore allineamento dell’ordinamento interno a quello europeo, ma occorre al contempo tenere a mente che è sempre più’ importante che il Parlamento partecipi attivamente nella fase di costruzione e negoziazione della norma europea”.
Tra le modifiche già approvate dal Senato in queste ore ci sono quelle relative ad emendamento a prima firma del senatore Giovanbattista Fazzolari che sancisce l’abolizione del divieto per uso civile e sportivo della calibro 9, unico caso in Europa, malgrado una sentenza della cassazione avesse dichiarato il divieto illegittimo e quelle contenute in un emendamento di Fratelli d’Italia alla risoluzione di maggioranza è stato sancito che l’Italia non concluderà accordi culturali o di formazione con quegli Stati che, nel proprio ordinamento, annoverino norme che non riconoscano piena parità dei diritti alle donne o che prevedano il reato di omosessualità, come è il caso di quei Paesi che applicano un’interpretazione integralista della legge coranica.
La legge di delegazione europea e la legge europea sono i due strumenti con cui l’ordinamento nazionale italiano si adegua all’ordinamento dell’Unione europea:
- la prima fornisce all’esecutivo le deleghe necessarie per includere nuove direttive europee nell’ordinamento nazionale;
- la seconda contiene norme di diretta attuazione, che possono modificare o abrogare leggi statali in contrasto con le vigenti norme Ue.
In particolare, la legge europea agisce sulle leggi italiane che sono oggetto di procedure di infrazione o di sentenze della corte di giustizia europea. Inoltre, può disporre la piena applicazione di atti legislativi comunitari e di trattati internazionali conclusi dall’Ue.
Entrambi gli strumenti sono stati introdotti e regolamentati dalla legge n. 234 del 24 dicembre 2012, che ha sostituito la precedente legge comunitaria dividendola in due, allo scopo di migliorare il processo di adeguamento dell’ordinamento italiano a quello Ue.