Bruxelles – Cessare immediatamente il supporto a FRONTEX, l’agenzia dell’Unione europea per la gestione dei confini. Questo l’obiettivo che si pone una coalizione di socialdemocratici e Verdi in Svizzera, con il supporto di diverse organizzazioni non governative (ONG).
Secondo i promotori del referendum, FRONTEX sarebbe responsabile di violazioni dei diritti umani e respingimenti illegali ai danni dei migranti. In totale sono circa 30 i gruppi e le associazioni che sostengono la raccolta firme. E’ possibile che anche i conservatori del Partito popolare svizzero possano appoggiare in maniera strumentale l’iniziativa al solo scopo di deteriorare i rapporti i rapporti con l’Unione europea.
Appena un mese fa il Parlamento svizzero ha approvato una proposta per aumentare gli aiuti nei confronti di FRONTEX, di fronte alla possibilità di aumento dei flussi migratori. Nei prossimi cinque anni il governo di Berna erogherà 56 milioni di euro all’agenzia europea, invece di 13 stanziati inizialmente. Oltre ai finanziamenti, la Svizzera si è detta disposta a fornire anche personale qualificato da impiegare nella gestione delle frontiere.
Proprio oggi la Corte dei Conti europea nella sua relazione annuale ha dato un bell’aiuto a queste associazioni nella raccolto di firme, affermando che a proposito di FRONTEX “il rallentamento generale delle assunzioni causato dalla pandemia ha ritardato l’assunzione dei 40 osservatori per i diritti fondamentali previsti dal regolamento (UE) 2019/1896 32 da nominare entro il 31 dicembre 2020”. Al momento dell’audit, negli ultimi mesi, “non erano stati nominati osservatori”. Secondo i magistrati contabili europei “questa situazione rappresenta un grave rischio per le operazioni e la reputazione dell’agenzia”.
La Svizzera non fa parte dell’Unione, ma partecipa dei trattati di Schengen (libera circolazione) e Dublino (sulle domande di asilo), dunque deve tenere in conto la legislazione europea in materia di migrazioni e respingimenti. Adesso la petizione dovrà raccogliere 30mila firme nei prossimi 100 giorni per diventare un referendum popolare e rimettere la decisione ai cittadini svizzeri.
Se la proposta dovesse essere approvata lo stop del supporto a FRONTEX potrebbe mettere in crisi l’equilibrio degli accordi tra l’Unione e la Confederazione elvetica, minacciando l’attuale assetto di libera circolazione.