Roma – Il presidente americano è stato il primo leader mondiale ad arrivare a Roma, nel cuore della notte, quando l’Air force one è atterrato a Fiumicino. Joe Biden ha fatto precedere la sua partecipazione al G20 da una visita romana a largo spettro, cominciata al mattino in Vaticano. Biden è il secondo presidente americano cattolico dopo John Fitzgerald Kennedy che varca le sacre mura, e l’incontro privato con Papa Francesco è durato molto più del previsto, facendo posticipare l’agenda degli appuntamenti ufficiali. Tre gli argomenti affrontati nel faccia a faccia: cambiamento climatico, COVID e pandemia nei Paesi in via di sviluppo, tema dei migranti.
Nel pomeriggio la visita al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella, seguito dal colloquio a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi. A seguire forse l’incontro più complicato della giornata con Emmanuel Macron: un’occasione in cui i leader USA e francese cercheranno di chiudere definitivamente il caso Aukus.
Giornata intensa anche per il presidente Draghi che in mattinata ha incontrato il resto della delegazione americana, il sottosegretario per gli Affari esteri Antony Blinken, la speaker del Congresso, Nancy Pelosi e l’inviato speciale per il clima John Kerry, anche lui alla vigilia importante, il summit sul clima della COP26 che comincerà domenica a Glasgow in Scozia.
Con il presidente americano Draghi ha avuto un primo approccio in attesa del summit dei grandi della terra, che ha tra i primi temi in agenda il clima, con la necessità di agire rapidamente nella riduzione delle emissioni. Le assenze del leader cinese Xi Jinping e del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, purtroppo non aiuteranno a raggiungere un’intesa forte, un ponte verso Glasgow dove la questione dell’emergenza climatica sarà affrontata a fondo.
Gli Stati Uniti hanno già annunciato un pacchetto di 555 miliardi di dollari, ma sul fronte della riduzione è necessario il contributo di Cina e Russia, e pure dell’India. E non per caso il secondo bilaterale della giornata di Mario Draghi alla vigilia del G20 è stato con il leader Narendra Modi, seguito dalla visita del Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
Secondo fonti di Palazzo Chigi Biden e Draghi hanno “riaffermato la solidità del legame transatlantico, e l’utilità dello sviluppo della difesa europea in un rapporto di complementarità”. Toccate anche le principali crisi internazionali, in particolare l’Afghanistan, sulla scia degli esiti del vertice straordinario del 12 ottobre, e la situazione di instabilità nel Mediterraneo e in Libia. In primo piano tra i due leader anche le questioni economiche e l’uscita dalla crisi pandemica con Biden che ha avuto parole di elogio per l’azione dell’Italia.
“State facendo un lavoro straordinario – ha detto il presidente americano – dobbiamo dimostrare che le democrazie possono funzionare e che possiamo produrre un nuovo modello economico. Voi lo state facendo”. Draghi dal suo canto ha ringraziato “per il sostegno alla presidenza del G20” e “per la vostra determinazione nell’attraversare la transizione ambientale”. Entrambi i leader hanno anche riconosciuto il risultato storico di una tassa minima globale, intesa che verrà messa nero su bianco domenica nella dichiarazione finale del vertice.
La giornata è stata vissuta da una Roma blindata, con 8 mila agenti a garantire la sicurezza di circa trenta delegazioni (oltre i Paesi membri effettivi ci sono quelli invitati e i rappresentanti delle istituzioni internazionali tra cui l’Unione Europea) provenienti dai 5 continenti. Nel quartier generale del G20 allestito nella sede dell’EUR, si è svolto poi un altro prologo del summit dedicato specificamente al legame tra economia e salute con la partecipazione dei ministri delle finanze e della sanità dei 20 Paesi.
Da domani le prove più impegnative e la prima fra tutte sarà quella di uscire dalla pandemia assicurando anche ai Paesi poveri una quota più consistente di vaccini: gli sforzi della ricca comunità internazionale per ora hanno raggiunto una quota minima tra le nazioni più povere. Il secondo obiettivo per i grandi della terra sarà quello di rompere il legame diretto tra crescita economica e crescita delle emissioni inquinanti, salvaguardando la coesione sociale e accorciando le disuguaglianze.