Bruxelles – Dopo oltre un anno di Vertici europei “preoccupati” e dedicati alla pandemia, in quello che si è aperto oggi a Bruxelles il COVID-19 sembra essere l’unico punto su cui i Ventisette sono in sintonia. Tanto da approvare le conclusioni dopo pochi minuti di discussione e nessun cambiamento significativo rispetto alla bozza che circolava a Bruxelles nei giorni scorsi e di cui abbiamo preso visione. Buon segno. Significa che la campagna di vaccinazione in Europa – che ormai è immunizzata per il 75 per cento della sua popolazione adulta – ha portato a “progressi significativi nella lotta contro il COVID-19”, riconoscono i leader nei cinque punti del testo di conclusioni.
Affrontare il divario immunitario
I vaccini hanno dato una forte spinta a un ritorno alla normalità ma non è ancora tempo di pensare che la pandemia sia alle nostre spalle. “E’ necessario rimanere vigili per quanto riguarda l’emergere e il diffondersi di possibili nuove varianti e al fine di aumentare ulteriormente i tassi di vaccinazione in tutta l’Unione è necessario intensificare gli sforzi per superare l’esitazione a vaccinarsi, anche affrontando la disinformazione” sui vaccini.
Giusto esultare, ma il divario immunitario all’interno dell’Unione Europea rimane forte e preoccupante a quasi dodici mesi dall’inizio della campagna vaccinale: mentre ci sono Paesi che stanno già inoculando la terza dose, ce ne sono altri che non raggiungono ancora la quota della metà della popolazione completamente vaccinata, come la Romania e la Bulgaria, o di poco la superano come Lituania, Lettonia, Estonia (qui i dati sul tasso di vaccinazione del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie). La Commissione stessa si è mobilitata nelle ultime ore per cercare una soluzione e colmare il divario immunitario spesso dovuto a esitazione o anche all’assenza di informazioni accessibili e verificate sui benefici dell’immunizzazione contro il COVID-19.
I leader concordano inoltre che sia necessario più coordinamento tra Stati “per facilitare la libera circolazione all’interno dell’UE e i viaggi” e chiedono all’Esecutivo di modificare le due raccomandazioni del Consiglio sulla libera circolazione. Consiglio e Parlamento, i due co-legislatori, dovrebbero completare in fretta i negoziati sull’Unione della Salute – con annesso rafforzamento dell’ECDC e dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) – nonché di garantire un ruolo privilegiato agli Stati nella nuova HERA, l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie.
Vaccini nel mondo
Altro punto di raccordo per i leader è sulla solidarietà e distribuzione dei vaccini per tutti, soprattutto Paesi a basso e medio reddito. Invitano la Commissione a “impegnarsi ulteriormente e direttamente con i produttori al riguardo, per consentire agli Stati membri di accelerare la consegna dei vaccini ai paesi più bisognosi”. “L’UE continuerà a sostenere la produzione e la diffusione dei vaccini nei paesi partner”, scrivono nelle conclusioni.
L’Esecutivo europeo ha proprio questa settimana annunciato di aver esportato un miliardo di dosi di vaccini nel resto del mondo, di cui una minima parte – circa 87 milioni – ai Paesi a basso e medio reddito tramite COVAX. “Abbiamo mantenuto la nostra promessa. Abbiamo sempre condiviso la nostra capacità in modo equo con il resto del mondo”, ha detto la presidente dell’Esecutivo Ursula von der Leyen. L’UE si è già impegnata a donare 200 milioni di dosi entro fine del 2021 e ulteriori 500 milioni entro settembre del 2022. Al vertice del G20 della prossima settimana von der Leyen insieme al premier Mario Draghi – che ospiterà la riunione in qualità di presidente di turno del G20 – cercheranno di far convergere anche le altre economie verso l’obiettivo di donare più dosi.