Bruxelles – Polonia e Ungheria contro tutti. Sullo stato di diritto è scontro tra i Ventisette. Supremazia dei Parlamenti nazionali, libertà di decisione senza vincoli europei, e guai a sostenere il contrario. Il primo ministro olandese Mark Rutte è tra quelli che ha voluto inserire il dibattito sullo Stato di diritto nell’agenda dei leader. E’ lui a dare fuoco alle polveri di un vertice che rischia di esplodere su questo. “Dobbiamo essere severi”, dice l’olandese, che chiede di tagliare i fondi a Varsavia. “Vedo molto difficile rendere disponibili per la Polonia nuovi fondi se la questione non si risolve”, spiega.
Una questione che però non esiste per i diretti interessati. “La Polonia non vede un problema”, taglia corto il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, al suo arrivo a Bruxelles. “Rispettiamo la superiorità del diritto dell’UE rispetto al diritto nazionale nelle aree in cui dovrebbe davvero essere così”. L’interpretazione di Varsavia è che la supremazia del diritto UE esisterebbe solo in alcuni ambiti, quando fonti di giurisprudenza sostengono il contrario. S0lo che, accusa Moriawiecki, “alcune istituzioni dell’UE si stanno appropriando del diritto di decidere su questioni che non sono state loro assegnate nei numerosi trattati”.
Un attacco in bello stile contro la Commissione europea, con l’aiuto dell’Ungheria. “La Polonia è il miglior Paese d’Europa. Non c’è bisogno di sanzioni. È ridicolo”, le parole del primo ministro di Budapest, Viktor Orban, prima dei lavori. Anche lui, come l’omologo polacco, sull’Europa ha qualcosa da dire. “Il primato del diritto dell’UE non è affatto nei trattati. L’UE ha il primato dove ha competenze”. Invece, accusa a sua volta, “le istituzioni dell’UE eludono regolarmente i diritti dei parlamenti nazionali e modificano i trattati senza alcuna autorità per farlo”.
Per due Paesi che fanno fronte comune, altri si coalizzano in altro senso. L’Irlanda si unisce ai Paesi Bassi. “Crediamo nel primato del diritto dell’UE”, tiene a far sapere il primo ministro Michéal Martin, liberale. “Abbiamo tutti fatto delle scelte in termini di essere parte integrante della famiglia europea nello spirito e nella lettera. Siamo estremamente delusi dagli sviluppi e da come sono emerse le cose e crediamo che la situazione debba essere risolta a favore dello stato di diritto”.
Sullo stato di diritto è scontro tra i Ventisette, e i torni si mantengono accesi. Germania e Lussemburgo provano a mediare. “Lo stato di diritto è una parte fondamentale dell’UE, ma d’altra parte dobbiamo trovare la possibilità di ritrovarci insieme”, dice la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Una una cascata di controversie legali davanti alla Corte di giustizia non è la soluzione”. Così come non lo sono le sanzioni. “Sono l’ultima soluzione”, sostiene il premier del Granducato, Xavier Bettel. “Prima vorrei dialogare e trovare soluzioni insieme, lavorare insieme nella giusta direzione e non parlare subito di sanzioni o meno soldi”.