Bruxelles – Il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha chiesto oggi al servizio giuridico dell’Eurocamera di intentare una causa contro la Commissione UE per la mancata applicazione del regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto. Il regolamento, che è stato adottato lo scorso dicembre, permette all’Unione di sospendere i pagamenti provenienti dal bilancio comunitario agli Stati membri in cui lo Stato di diritto è minacciato.
La lettera del presidente al servizio giuridico è arrivata dopo il voto della commissione Affari giuridici (JURI) del Parlamento di giovedì scorso (14 ottobre), che aveva suggerito di portare la causa davanti alla Corte di Giustizia dell’UE. Durante la Conferenza dei Presidenti di oggi, la maggioranza dei capigruppo politici ha sostenuto la proposta. Nel documento si chiarisce anche che se l’esecutivo comunitario adotterà le misure necessarie, il Parlamento ritirerà la procedura legale.
A conclusione dell’incontro, Sassoli ha affermato in una nota che “gli Stati dell’UE che violano lo Stato di diritto non dovrebbero ricevere i fondi comunitari. L’anno scorso il Parlamento ha lottato duramente per la creazione di un meccanismo che garantisca questo principio”. Tuttavia, “finora la Commissione è stata riluttante a metterlo in pratica”. Il presidente del Parlamento UE ha sottolineato che “l’Unione Europea è una comunità fondata sui principi della democrazia e dello Stato di diritto” e che “se questi sono minacciati in uno Stato membro, l’UE deve agire per proteggerli”. Di qui la decisione di chiedere ai servizi legali dell’Eurocamera di preparare la causa contro l’esecutivo comunitario, “per garantire che le regole dell’UE siano applicate correttamente”.
Il caso in questione riguarda la Polonia, su cui ieri (martedì 19 ottobre) si è tenuto un acceso dibattito in sessione plenaria del Parlamento Europeo sul rispetto dello Stato di diritto e l’indipendenza della magistratura nel Paese e sul primato del diritto comunitario. Duro lo scontro tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. Proprio la leader dell’esecutivo ha spiegato agli eurodeputati che una delle tre opzioni sul tavolo è l’attivazione del meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto, che fino a oggi è stata continuamente rimandata.
Il Parlamento però vuole più decisione da parte del gabinetto von der Leyen e la decisione di oggi del numero uno dell’Eurocamera ne è una prova. Il primo passo era stato compiuto lo scorso 23 giugno, con un avvertimento formale del presidente Sassoli. A più riprese gli eurodeputati si sono pronunciati sia per portare avanti l’iter contro la Commissione, sia per attivare immediatamente il meccanismo contro le molteplici violazioni dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Polonia.