Bruxelles – Rinnovare l’approccio alle politiche del tabacco tenendo conto del fatto che i prodotti senza fumo – come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato – sono molto meno dannosi delle sigarette tradizionali e possono rappresentare un valido alleato per vincere la dipendenza dal fumo. Questo l’appello di cento esperti tra scienziati, medici e altri professionisti del settore e dell’uso della nicotina che hanno indirizzato una lettera ai 182 Paesi membri della Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), in vista della nona ‘Conferenza delle parti’ in programma dall’8 al 13 novembre. “Ci sono prove convincenti che i prodotti senza fumo sono molto meno dannosi delle sigarette tradizionali e che possono sostituire il fumo individualmente e a livello di popolazione”.
La lettera è divisa in sette punti e si chiude con sei raccomandazioni, finalizzate a includere in una strategia globale per gli obiettivi di sviluppo sostenibile per la salute un riferimento alla riduzione del danno, ovvero a un approccio che considera i prodotti alternativi alle sigarette come un mezzo “meno tossico e nocivo” per affrontare il problema della dipendenza dal fumo e che in certi casi aiutare chi proprio non riesce a smettere.
I firmatari prendono atto del fatto che c’è ancora molta “incertezza sui benefici e sui rischi a lungo termine associati al mercato in evoluzione dei prodotti del tabacco senza combustione, e riconosciamo che c’è un continuum di rischio in questi prodotti”, si legge. Tuttavia, non “possiamo permettere che un’eccessiva cautela o incertezze residue possano negare ai fumatori valide alternative per abbandonare i prodotti basati sulla combustione che sappiamo con certezza essere letali”. Finora l’OMS ha tenuto in scarsa considerazione il potenziale della riduzione del danno, “che potrebbe evitare milioni di morti legate al fumo”.
I firmatari sottolineano che spesso il dibattito risulta viziato dal fatto che sono le aziende produttrici di tabacco a produrre i prodotti a cosiddetto “rischio ridotto”. “Gli approcci di riduzione del danno coinvolgono inevitabilmente i prodotti realizzati da entità commerciali che realizzano per i consumatori dei prodotti contenenti nicotina in concorrenza con le sigarette. La sfida – osservano – per i regolatori è quello di allineare gli incentivi del settore con gli imperativi di salute pubblica per ridurre i danni, un approccio noto come regolamentazione proporzionata al rischio”.
Ricordano infine che già la FDA americana, la Food and Drug Administration, si è mossa per fornire “un’ampia valutazione di oltre due milioni di pagine di evidenze su un prodotto a tabacco riscaldato prodotto da un’importante azienda produttrice di tabacco. L’ente – ricordano – ha concluso che il prodotto è idoneo alla tutela della salute pubblica e rivela che si è avuta una esposizione significativamente più bassa alle sostanze tossiche ed è appropriata per la promozione della salute pubblica'”.
Le raccomandazioni
La parte finale della lettera è occupata da sei specifiche raccomandazioni dei 100 esperti per fare della riduzione del danno da tabacco “una componente della strategia globale per raggiungere i Development Goals (gli obiettivi di sviluppo sostenibile) per la salute“, in particolare quelli sulle malattie non trasmissibili. Tra le altre raccomandazioni c’è l’invito a non creare “una barriera controproducente ai prodotti a rischio ridotto che hanno benefici per la salute pubblica o per impedire una valutazione critica dei dati dell’industria basata sull’evidenza scientifica”.
Segue un appello a “rendere i negoziati dentro alla Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco più aperti agli stakeholder con prospettive di riduzione del danno, compresi consumatori, esperti di salute pubblica e alcune imprese con conoscenze specialistiche significative non detenute all’interno della tradizionale comunità di controllo del tabacco”. Infine, la raccomandazione ad “avviare una revisione indipendente dell’approccio dell’OMS e della Fctc alla politica del tabacco nel contesto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile” per includere “l’interpretazione e l’uso della scienza, la qualità della consulenza strategica, il coinvolgimento degli stakeholder, la responsabilità e la governance”.