Bruxelles – Una valutazione d’impatto sulla Farm to Fork ci sarà, non sarà complessiva ma riguarderà tutte le principali iniziative legislative della strategia dell’UE per una filiera sostenibile. A confermarlo e ribadirlo è la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, in un dibattito al Parlamento di Strasburgo che ieri (18 ottobre) ha aperto i lavori della plenaria e si è trasformato presto in un attacco alla Commissione Europea – sopratutto dell’ala della destra, radicale e meno radicale – per aver “nascosto per mesi” l’esistenza di uno studio di impatto sugli effetti di questa strategia sulla produzione agricola. Uno studio, pubblicato l’11 agosto, che lo stesso Centro comune di ricerca che lo ha pubblicato definisce solo parziale.
La polemica ha origine qualche settimana fa, quando il sito Euractiv ha pubblicato alcune indiscrezioni secondo cui lo studio sarebbe stato nelle mani della Commissione fin da gennaio ma l’Esecutivo avrebbe deciso di pubblicarlo solo a metà agosto, evidentemente per farlo passare in sordina. Il Parlamento non ha preso bene la notizia, ritenendo che i commissari abbiano deciso di “nasconderlo” perché non soddisfatti dei risultati.
Lo studio in sostanza conclude che con la strategia ci sarebbero benefici ambientali sotto forma di riduzione delle emissioni di gas serra e di ammoniaca, ma si stima anche un calo della produzione dell’UE e variazioni dei prezzi e del reddito per alcuni prodotti agricoli. La valutazione è definita solo parziale perché non sono tenute in conto alcuni fattori che potrebbero ridurne gli effetti negativi, ad esempio l’aumento della produzione biologica a cui potrebbe contribuire il piano d’azione Ue.
“Naturalmente, effettueremo valutazioni d’impatto per tutte le principali iniziative legislative”, ha assicurato Kyriakides agli eurodeputati, soprattutto della destra, che le hanno chiesto il conto di questa mancata presentazione del rapporto. “Lo studio del Centro comune di ricerca e altri studi recenti forniscono un prezioso contributo sulla necessità di migliorare i modelli esistenti, questi semplicemente non sono ancora in grado di capire i cambiamenti dal lato della domanda o le perdite per la produzione a causa del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità”. Per la commissaria cipriota i risultati rafforzano inoltre “la necessità di agire ora e seguire il percorso indicato nella strategia Farm to Fork per mitigare i rischi”.
Critiche aspre arrivano dal Partito popolare europeo (PPE), soprattutto nei confronti del vicepresidente Frans Timmermans, assente in Aula. “Ha tradito la fiducia di eurodeputati e agricoltori, abbiamo bisogno di queste informazioni e nasconderle è stata una scelta pessima”, accusano. Il PPE è d’accordo con gli obiettivi della strategia “ma chiediamo anche alla Commissione di fornire valide alternative ai milioni di agricoltori europei su come raggiungere questi obiettivi e continuare la propria attività”.
“Non è possibile trattare il Parlamento in questo modo”, ha aggiunto l’eurodeputato Herbert Dorfmann, uno dei due relatori della relazione al voto della plenaria. Evidentemente il risultato dello studio “non è stato di gradimento e nonostante le nostre richieste non è stato pubblicato prima di agosto, ma la trasparenza non può essere occasionale”. Una decisione “infelice” anche secondo Norbert Lins, che si dice “molto deluso dal comportamento della Commissione”, esortandola a cambiare comportamento e preparare presto una valutazione d’impatto complessiva.
Critiche anche dai Conservatori e riformisti di ECR. “Stiamo legiferando per il futuro di milioni di agricoltori senza avere un’idea chiara delle conseguenze”, ha affermato l’eurodeputata Mazaly Aguilar. “La strategia, così com’è, è imperfetta e deve essere rivista”.”Vari studi mettono in guardia contro il calo della produzione, l’aumento dei prezzi al consumo e l’aumento della dipendenza dalle importazioni e solo benefici ambientali molto limitati”, evidenzia anche Bert-Jan Ruissen. Ancora più concisa la destra di Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega all’Europarlamento, secondo cui la strategia della Commissione “è pericolosa, ideologica e inadeguata”, dice Silvia Sardone.
La relazione al voto oggi – frutto di un compromesso tra le due commissione ENVI e AGRI e tra i gruppi politici – piace complessivamente a tutti i gruppi parlamentari, tranne la destra ID. “Il modo in cui consumiamo non è più sostenibile”, ha affermato l’eurodeputata S&D Biljana Borzan, sottolineando che “il nostro gruppo sostiene un approccio olistico ai cambiamenti necessari nel settore della produzione alimentare, a un ritmo che non lascerà indietro nessuno”. C’è però la necessità di assicurare che “la strategia non influenzi negativamente la produttività europea”, afferma l’eurodeputato Paolo De Castro chiedendo standard verdi vincolanti e reciproci negli accordi commerciali e una valutazione d’impatto “ex ante” di tutti i target della strategia, anche se l’Europarlamento avrebbe preferito una complessiva.
“Ho invitato i miei colleghi eurodeputati a sostenere pienamente questa strategia”, ha ricordato per i Verdi europei, Tilly Metz. “Abbiamo una responsabilità nei confronti dei piccoli produttori che vorrebbero avere supporto per diventare più resilienti e sostenibili e verso i cittadini che meritano cibo sano e sostenibile”. Per il gruppo ambientalista è inaccettabile che in queste settimane precedenti al voto si sia diffusa una forte pressione delle lobby agricole – in primis del COPA COGECA – sul voto della plenaria. Anche per i liberali di Renew Europe si tratta di un buon punto di partenza per fare progressi in termini di sostenibilità agroalimentare.
E come cercando di mettere le mani avanti rispetto a delle critiche che sapeva sarebbero arrivate, ieri mattina la Commissione ha pubblicato dei fascicoli per sottolineare che tutte le relazioni d’impatto pubblicate fino a questo momento (uno da parte dell’USDA americana e uno del Centro comune di ricerca) hanno messo in luce che potrebbero esserci ricadute in termini di produttività, ma sono giudizi parziali perché riguardano solo una serie limitata di obiettivi e soprattutto non tiene conto delle politiche di sostegno da parte di Bruxelles, “i loro risultati dovrebbero essere trattati con prudenza”, scrive il commissario per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski. Promette che la Farm to Fork “otterrà una propria valutazione d’impatto”. Come per tutte le proposte legislative della Commissione.
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