Bruxelles – La Commissione europea ha rilasciato un report sull’efficacia e l’implementazione del certificato COVID digitale dell’UE, il sistema promosso inizialmente solo tra i Ventisette per gli spostamenti sicuri. Secondo il documento la certificazione europea, adesso adottata anche da 14 Paesi al di fuori dell’Unione, ha dimostrato la sua utilità e contribuito alla ripresa.
Sono quasi 600 milioni i certificati di vaccinazione, negatività e guarigione erogati dal sistema. Grazie a questi è stato possibile tornare a viaggiare. Un obiettivo cruciale per dare sostegno al mondo del lavoro e all’industria del turismo. Il metodo messo a punto dall’Unione è il primo ad avere un respiro internazionale, raccogliendo decine di Paesi in quattro continenti diversi.
La misura per un certificato COVID comune a tutta l’Unione europea era stata approvata il 14 giugno 2021 dal Parlamento e dal Consiglio. Oltre all’aver fissato delle regole comuni, il report fa notare come dall’esperienza e dai dati raccolti dal sistema europeo, molti degli Stati membri abbiano potuto migliorare e potenziare i sistemi di gestione della pandemia a livello nazionale. Tutto questo è stato possibile grazie alla condivisione delle informazioni promossa dall’UE.
Tra i punti di forza del sistema, l’aver fissato procedure semplici per Stati terzi (anche non europei) che vogliano entrare a far parte della cornice del certificato COVID digitale dell’UE. Sono 40 i Paesi che hanno inviato richieste di partecipazione al progetto fino ad oggi.