Bruxelles – In Slovenia giornalisti e stampa sempre più sotto pressione. Il risultato della missione della commissione Libertà civili del Parlamento europeo nel Paese il cui governo attualmente ricopre la presidenza di turno del Consiglio UE vede un deterioramento della situazione. “Le istituzioni funzionano bene, e questa è buona notizia, ma ci sono elementi di preoccupazione”, spiega Sophie in ‘t Veldt, eurodeputata olandese dei liberali (D66/RE), a capo delle delegazione. In particolare “la pressione sui mezzi di informazione e i giornalisti aumenta”.
C’è dunque da lavorare su questo fronte, e il Parlamento europeo proseguirà nella sua opera di controllo. “Continueremo a monitorare”, assicura l’europarlamentare, che apre la conferenza stampa all’insegna di precisazioni. “Noi non siamo un tribunale, noi svolgiamo missioni di monitoraggio”. Parole doverose visto lo scontro consumato a distanza via Twitter con il primo ministro sloveno.
Janez Jansa, capo dell’esecutivo di Lubiana, ha attaccato diversi membri del Parlamento, tra persone non più e attualmente in carica, quindi ha risposto duramente a quegli europarlamentari che lamentavano di non essere stati ricevuti dal primo ministro. In ‘t Veldt smorza i toni, tiene l’accaduto in sordina. “Lo scambio di tweet non rientrava nella nostra missione”. Un messaggio per il capo del governo comunque non si nega. “In generale chi ricopre posizioni di potere dovrebbe moderare i toni”. Quanto all’inchiesta, “spero in futuro di poter parlare coi membri di governo che non abbiamo avuto modo di sentire questa volta”, ha auspicato la parlamentare.
La capo delegazione della commissione Libertà civili, dunque, ha modo di non lasciar cadere nessuna delle questioni sul tavolo. Le affronta e ne parla in modo tale da non soffiare benzina sul fuoco. Anche se il vero nodo è che in Slovenia giornalisti e stampa sempre più sotto pressione. “Un attacco alla stampa è sempre un attacco alla stampa. Punto. Non importa a quale gruppo appartenga chi lo compie”.