Bruxelles – Una valutazione indipendente e aggiornata per il rinnovo del glifosato, autorizzato all’uso in Europa fino a dicembre 2022. Non meno di 40 organizzazioni non governative (ONG) si sono mobilitate ieri (13 ottobre) con una dichiarazione congiunta per esortare la commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, a garantire che la valutazione in corso del principio attivo usato comunemente in agricoltura come erbicida si basi su “prove scientifiche indipendenti” aggiornate e rimanga “libera da interessi particolari”.
Da qualche mese a Bruxelles si è aperto l’iter per la rivalutazione dell’approvazione del glifosato, autorizzato nel 2017 dalla Commissione Europea all’uso fino al 15 dicembre 2022. L’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e l’ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche hanno aperto poche settimane fa due consultazioni pubbliche per chiedere il parere dei cittadini, mentre il gruppo di valutazione sul glifosato (AGG), che comprende le autorità nazionali competenti di Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia, ha già stabilito che l’erbicida non è cancerogeno.
Il glifosato è uno dei principi attivi più controversi usati nel Continente come erbicida. Le 41 organizzazioni ambientaliste – tra cui dall’Italia hanno firmato l’International Society of Doctors for Environment (ISDE) e la Slow Food Italia – mettono in dubbio la credibilità degli studi che sono stati forniti dall’industria per giustificare il rinnovo dell’autorizzazione in Europa. Citano altra “letteratura scientifica indipendente e sottoposta a revisione che ha associato l’esposizione agli erbicidi a base di glifosato ad alcuni tipi di cancro negli esseri umani e ad effetti avversi sullo sviluppo e sui sistemi ormonali”. Attualmente il glifosato è autorizzato e classificato come una sostanza che “causa gravi danni agli occhi e tossica per la vita acquatica con effetti di lungo termine” ma nulla a che vedere con la genotossicità, cioè la capacità che può avere una sostanza attiva di danneggiare il DNA delle cellule con potenziali rischi cancerogeni anche per l’uomo. Per questo le ONG chiedono che la rivalutazione della tossicità del glifosato avvenga “sotto stretto controllo” e senza influenze esterne.