Bruxelles – Venticinque esperti, un gruppo coordinato dalla Commissione UE per combattere la disinformazione e promuovere l’alfabetizzazione digitale attraverso l’istruzione e la formazione. L’iniziativa è stata lanciata ufficialmente ieri (martedì 12 ottobre) dalla commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, con l’obiettivo di sviluppare le linee guida pratiche per insegnanti ed educatori nel contrasto alle fake news e all’analfabetismo digitale.
Il gruppo – composto da aziende, organizzazioni non governative e istituti di ricerca di diversi settori (21 selezionati attraverso un bando pubblico, più quattro membri che rappresentano l’OCSE, il Consiglio d’Europa, l’UNICEF e l’ufficio della proprietà intellettuale dell’UE) – è gestito dai servizi della Commissione incaricati per l’istruzione e la cultura (DG EAC) e per gli affari digitali (DG CNECT). Nel corso delle prossime riunioni sarà definito un quadro standardizzato nella lotta alla disinformazione in ambito scolastico, rafforzando il Piano d’azione della Commissione per l’educazione digitale che mira a fornire l’eccellenza nell’educazione digitale a tutti gli studenti europei.
“Il pensiero critico e la valutazione della qualità delle informazioni a cui accediamo online sono competenze cruciali quanto la lettura e la scrittura“, ha sottolineato la commissaria Gabriel in occasione dell’inaugurazione del gruppo. “Vogliamo che i nostri giovani possano contribuire al dibattito e alla discussione online” e “per riuscirci, lavoreremo con insegnanti ed educatori, la vera forza trainante del cambiamento”, ha aggiunto. Il lavoro di questo gruppo di esperti a livello UE si inserisce nel quadro dell’obiettivo fissato dalla Commissione nella Bussola Digitale 2030 di garantire che l’80 per cento della popolazione europea abbia competenze digitali di base entro il 2030.
Un gruppo analogo di 25 esperti coordinati dalla Commissione UE è stato inaugurato nel luglio di quest’anno, sempre in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’educazione digitale. In quel caso, si tratta di delineare le linee guida per l’uso dell’intelligenza artificiale e dei dati nell’istruzione e nella formazione, favorendo la comprensione delle tecnologie emergenti e di individuarne i rischi sul piano della discriminazione e del bias (distorsione della valutazione causata dal pregiudizio) riprodotti negli algoritmi.