Bruxelles – Flessibilità sui piani strategici della nuova politica agricola comune (PAC). E’ quella che promette la Commissione Europea agli Stati membri, dal momento che più di un ministro europeo dell’agricoltura ha sollevato a Bruxelles preoccupazioni sulla scadenza per presentarli del 31 dicembre 2021. “L’approccio della Commissione è flessibile, non ci sarà una vera e propria chiusura al 31 dicembre, ma” gli Stati “avranno la possibilità di modificare la bozza presentata a Bruxelles”. Lo assicura il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, facendo in conferenza stampa un punto sulla prima discussione con i ministri sulla presentazione dei piani strategici all’UE, che si è avuta ieri (11 ottobre) a Lussemburgo, nel quadro del Consiglio Agricoltura e Pesca che andrà avanti anche oggi.
Prima discussione che si è tenuta a porte chiuse, quindi il commissario non è voluto entrare nel merito di quali fossero questi Paesi. “Non sappiamo adesso chi potrebbe non rispettare la scadenza, spero che tutti possano rispettarla per dare modo agli agricoltori” di affrontare il cambiamento per tempo. Una volta sul tavolo di Bruxelles la Commissione si prenderà tre mesi di tempo per valutarli e pubblicarli, poi invierà alle capitali delle lettere di osservazione con quali eventuali aggiustamenti apportare. Il tutto avverrà nel 2022, per dare modo alla nuova PAC di entrare in vigore senza difficoltà dal primo gennaio 2023. “La maggior parte degli Stati si è detta pronta a presentarli per tempo”, prosegue il commissario, ma “alcuni di loro hanno sollevato preoccupazioni sulle tempistiche”.
Uno dei problemi sottolineato dai ministri è l’assenza di un quadro giuridico a sostegno della riforma, che ancora deve essere approvata dall’Europarlamento in plenaria (lo sarà presumibilmente il 23 novembre). “Per alcuni governi le difficoltà derivano anche dall’assenza di un quadro giuridico”, riassume. Nei piani strategici andranno le tabelle di marcia con cui i Paesi contribuiranno ad alcuni degli obiettivi di sostenibilità dell’UE. Saranno un ponte tra la PAC e il Green Deal, anche se il grande paradosso è che gli obiettivi ‘verdi’ della PAC e della strategia Farm to Fork – come il taglio dei pesticidi e dell’uso dei fertilizzanti chimici – di fatto non sono obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati. Nel quadro dei negoziati della PAC, si è scelto di aggiungere una postilla in cui si afferma che, nonostante gli obiettivi non siano vincolanti, gli Stati devono comunque far sapere a Bruxelles come intendono contribuire al raggiungimento di tali obiettivi da parte dell’UE, ad esempio trasformare il 25 per cento di terreni bio entro il 2030. Il commissario rimane ottimista, anche se mancano appena due mesi e mezzo alla scadenza.
Anche per la Slovenia, presidente di turno dell’UE fino a gennaio, la presentazione dei piani strategici a Bruxelles rimane uno scoglio importante da superare. “Abbiamo ancora piccoli aspetti tecnici ancora da risolvere”, ha concluso in conferenza stampa il ministro di Lubiana, Jože Podgorsek, che ha presieduto l’incontro. Promette che in quanto presidenza di turno, Lubiana farà di tutto per “presentarlo nei tempi giusti”.