Bruxelles – “Vaccinare, vaccinare, vaccinare”. Un pro-memoria per i governi, e di riflesso un messaggio per tutti i cittadini dell’UE che ancora non si sono sottoposti alla puntura. La riunione informale dei ministri della Salute vede la preoccupazione generale per una situazione sì migliorata, ma lontana dall’essere sotto controllo e archiviata del tutto. L’UE ha fatto molto, ma permangono ancora “grandi differenze nei tassi di vaccinazione tra gli Stati membri che sono preoccupanti”, riconosce la commissaria per a Salute, Stella Kyriakides, al termine dei lavori. Quindi il monito. “Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che questo non si trasformi in una pandemia di non vaccinati“.
La riunione dei Ventisette ospitata dalla presidenza slovena del Consiglio dell’UE ha discusso come potenziare l’Unione della salute, e il vertice dei capi di Stato e di governo di dicembre dovrà fornire le risposte in tal senso. Si pensa ad una ristrutturazione dei sistemi sanitari nazionali con il bilancio comune.
“La crisi sanitaria ha anche rivelato la vulnerabilità dei nostri sistemi sanitari in tutti gli Stati membri. Pertanto, la pandemia, di fatto, è anche un’opportunità per gli Stati membri per iniziare a investire insieme nella sanità“, sostiene Janez Poklukar, ministro della Salute della Slovenia e presidente di turno del consesso ministeriale. “In qualità di presidente, incoraggerò i ministri a discutere di lavorare insieme e investire in soluzioni innovative per un sistema sanitario resiliente che servirà meglio i loro cittadini”. Il dibattito, spiega, “servirà a sviluppare i documenti che formeranno la base per le conclusioni del Consiglio di dicembre”.
Per scongiurare una pandemia di non vaccinati resta fondamentale continuare con la somministrazione delle fiale. “I vaccini sono l’unico modo per avere protezione“, ricorda Kyriakides. Tutti i ministri concordano sulla necessità di insistere con le campagne nazionali. “Abbiamo davvero bisogno di convincere le persone” a farsi immunizzare contro il COVID, enfatizza il ministro tedesco, Jens Spahn. C’è chi in Europa si dice contro all’obbligo vaccinale e invoca libertà di scelta. Di fronte all’ondata dei no-vax e al movimento contro il green pass, “dobbiamo convincere che, soprattutto in una situazione di pandemia, non si tratta solo di libertà per se stessi e della decisione che si prende per se stessi”. Al contrario, spiega ancora Spahn, “è una decisione che viene presa per la famiglia e per la società nel suo insieme”. C’è dunque tanto da fare.