Bruxelles – Il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz si è dimesso in seguito alle accuse di corruzione mosse dalla Procura di Vienna. Ad assumere la carica di capo del Governo sarà Alexander Schallenberg, attuale ministro degli Esteri e membro dello stesso partito di Kurz, del quale è un fedelissimo, la ÖVP. Schallenberg ha già incontrato sia il leader dei Verdi e vicecancelliere Werner Kogler che il capo dello Stato Alexander Van der Bellen e giurerà oggi come Cancelliere.
Sebastian Kurz ha dichiarato che le sue dimissioni servono “ad evitare il caos” e non corrispondono in nessun modo ad un’ammissione di colpa. L’ex Cancelliere resterà il leader del suo partito e capogruppo della formazione nel Consiglio nazionale austriaco. Il partito ha fatto sapere che, nel caso Kurz fosse dichiarato innocente, potrebbe riassumere la guida dell’esecutivo.
Sebastian Kurz è sotto indagine dal 6 ottobre per corruzione e appropriazione indebita. Secondo la Procura anticorruzione nel 2016 Kurz avrebbe commissionato dei sondaggi per screditare l’allora capo del suo partito Reinhold Mitterlehner e favorire la propria ascesa a leader di ÖVP. A pagare questi sondaggi – poi pubblicati su diversi canali riconducibili alla famiglia di editori Fellner – sarebbe stato il ministero delle Finanze, per mezzo dell’allora segretario generale Thomas Schmid.
Tutte le principali forze di opposizioni austriache avevano chiesto a gran voce le che Kurz rassegnasse le dimissioni. Anche i Verdi, attuali partner di governo del partito ÖVP, avevano fatto sapere per bocca di Kogler che non intendevano più proseguire la collaborazione fintanto che Kurz non si fosse dimesso. Erano stati avviati colloqui con le forze di opposizione che avevano fissato un voto di fiducia il 12 ottobre. Senza l’appoggio dei Verdi il governo sarebbe stato costretto a dimettersi – dato che la maggioranza della coalizione ammonta a soli sei seggi.
La scelta di Alexander Schallenberg è stata salutata positivamente dai Verdi e Kloger ha dichiarato che il nuovo esecutivo tornerà rapidamente ad occuparsi dei “temi urgenti”. Una soluzione di compromesso che esclude le difficili trattative tra le forze di opposizione per la creazione di un governo senza ÖVP. Un eventuale esecutivo senza i popolari avrebbe necessariamente dovuto coinvolgere le due principali forze di sinistra (SPO e Verdi), insieme alla destra populista di FPÖ.
Al momento Kurz deve fronteggiare anche un’accusa di spergiuro per una dichiarazione falsa rilasciata ad una commissione parlamentare nell’ambito dello scandalo “Ibizagate“. Allora gli alleati di governo della ÖVP erano i populisti di FPÖ e il loro leader Heinz-Christian Strache in alcuni incontri esclusivi aveva promesso degli appalti pubblici alla presunta figlia di un oligarca russo in cambio di finanziamenti al suo partito. Pur non essendo direttamente implicato nello scandalo, anche in quel caso Kurz aveva rassegnato le sue dimissioni, nonostante fosse poi stato riconfermato con il voto anticipato del 2019.