Bruxelles – Il problema è reale e il tema è sul tavolo, attorno cui i Ventisette sono alla ricerca di una quadra. Il caro energia impone risposte, e sono in molti a invocarne di comuni, ma c’è chi frena su materie su cui l’UE non ha competenze esclusive di legislazione. Il dibattito è appena iniziato, è concentrato nelle mani degli Stati membri, e allora ecco che la Commissione frena. Proposta di comunicazione ‘congelata’ in attesa di intese tra i Paesi.
L’Eurogruppo di Lussemburgo, dove il tema finisce prepotentemente modificando il programma dei lavori, offre un primo assaggio di un confronto destinato a non esaurirsi in un’unica riunione. Innanzitutto c’è la Spagna che ha chiesto che se ne parli a livello di leader in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo di metà mese, e poi le posizioni sono ancora distanti.
Di fronte a Spagna e Grecia che invocano risposte comuni, la Finlandia suggerisce che misure in materia di tutela dei consumatori dovrebbero restare di natura nazionale. In fin dei conti, spiega la ministra delle Finanze Annika Saarikko, “la situazione non è simile dappertutto”. Tradotto: non c’è motivo di una gestione come quella utilizzata per la pandemia.
La Francia sembra suggerire la via delle azioni miste. “Il primo ministro ha disposto il blocco dei prezzi a livello nazionale”, ricorda Bruno Le Maire, secondo cui però “è tempo di risposte europee”. Ai partner chiede “migliore regolazione del mercato del gas e degli stock”, misura che sembra ricalcare la richiesta spagnola di “riserve strategiche di energia”. Da Parigi arriva anche l’idea di legare il costo medio di produzione dell’energia elettrica in ciascuno Stato membro al costo finale in bolletta per il cittadino.
Tanti elementi sul tavolo, troppo diversi per mettere un contributo di sintesi. La Commissione europea rinvia la sua proposta di comunicazione, e il responsabile per l’Economia, Paolo Gentiloni, lascia intendere che c’è il rischio di dover aspettare anche più di qualche giorno. “La proposta arriverà certamente a ottobre, ma non spetta a me stabilire la data” precisa.
Questa settimana c’è il vertice informale dei leader, a cui seguire quello formale del 21-22 ottobre. C’è la possibilità che l’esecutivo comunitario adotti una linea attendista. “Dobbiamo reagire, ma non reagire troppo“, spiega Gentiloni. Si riferisce alle misure da prendere, certo, ma pure evitare di spingersi oltre le posizioni di Paesi al momento all’inizio di una riflessione.