Bruxelles – Promesse mancate e impegni per il futuro. A Milano, alla conferenza finale del vertice Youth4Climate che si è tenuta oggi (30 settembre), ci sono due generazioni a confronto: quella che “ha tutto da perdere” dal cambiamento climatico e per questo chiede un cambio di passo alla politica e quella che il cambio di passo lo deve mettere in pratica concretamente.
“E’ vero che non abbiamo rispettato le nostre promesse”, ammette il premier Mario Draghi, di fronte a una platea di ragazzi che chiede alla politica di responsabilizzarsi, di cambiare le cose. La promessa mancata è quella di circoscrivere la temperatura globale sotto i 1,5°C ed è stata fatta ormai 6 anni fa, con l’accordo sul clima di Parigi del 2015 sottoscritto anche dall’Unione Europea. Quasi duecento Paesi si incontreranno tra poche settimane a Glasgow, in Scozia, per rinsaldare quella promessa e forse cercare termini anche più ambiziosi. “Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici”. Davanti a loro riconosce che la transizione ecologica non è una scelta, “ma è una necessità”. E sottolinea che sono state “le vostre mobilitazioni a ispirarci e potete stare certi che vi stiamo ascoltando”.
#Youth4Climate, Prime Minister Draghi met with @GretaThunberg, @vanessa_vash, @MartiComparelli. Their meeting focused on Italy’s commitment to fight climate change and reduce polluting emissions, at the national, European and international level
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) September 30, 2021
Youth4Climate e “bla bla della politica”
L’inizio dell’intervento di Draghi è stato interrotto per qualche minuto da giovani manifestanti, che si sono fatti largo nella sala del Mico di Milano con un cartello e gridavano “El pueblo unido jamas sera vencido” (il popolo unito non sarà mai sconfitto). Il premier ha poi incontrato privatamente Greta Thunberg, insieme alle altre due attiviste per la lotta al cambiamento climatico Vanessa Nakate e Martina Comparelli presenti al Youth4Climate. Nel corso del suo intervento, Draghi ha voluto rispondere alle parole di Thunberg che ha accusato lui e gli altri leader mondiali di pronunciare parole senza contenuto e impegno (“bla bla dei politici”).
“A volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire”, ha risposto il premier. “Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l’azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che sia necessario agire e sia necessario farlo subito, ma questi incontri” come la Conferenza sul clima di Glasgow servono “a capire la strada giusta da percorrere”. Anche i numeri che sono usati dalla politica – come il taglio delle emissioni o il surriscaldamento terrestre – sono dettati dalla scienze “e servono a indicare la strada giusta alla politica”.
Prima della COP26, Draghi intente finalizzare un impegno concreto sul clima al G20 di Roma da lui ospitato (30-31 ottobre). “Se vogliamo avere successo tutti dobbiamo collaborare, a partire dalle economie del G20” che sono l’87 per cento del PIL mondiale. “Questo è il momento per ripagarvi: esorteremo tutti i Paesi a fare di più per il vostro futuro”, ha avvertito anche il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, presente a Milano. “Senza di voi non ci sarebbe il Green Deal, siete voi che avete spinto l’Unione Europea a compiere questo passo storico. Voglio anche ringraziarvi per la vostra manifestazione di solidarietà con le generazioni più anziane, rinunciando a parte della vostra libertà durante la pandemia. Ora è il nostro momento di agire per voi con politiche efficaci”.
Alla COP26 di Glasgow sta lavorando l’attuale presidenza britannica, in partnership con l’Italia. L’atteso appuntamento internazionale sarà “l’inizio delle fine del cambiamento climatico”, ha detto il premier Boris Johnson intervenendo in video a Milano. “Siamo ancora in tempo per fermaci, abbiamo gli strumenti giusti e il cambiamento è possibile”.