Bruxelles – Due atti legislativi per la gestione dei dati e due documenti per l’approccio all’intelligenza artificiale (IA). Questi i punti del piano con cui la Commissione europea intende portare avanti lo sviluppo dell’ecosistema digitale europeo. L’esecutivo comunitario ha incontrato i gruppi politici del parlamento per spiegare come si articola la propria strategia sui dati e l’intelligenza artificiale.
I dati sono uno degli elementi fondamentali dell’IA. Infrastrutture, personale competente e dati sono alla base delle intelligenze artificiali, ma come ha sottolineato Miapetra Kumpula-Natri , vicepresidente della commissione per le Intelligenze artificiali dell’Europarlamento, “se gli algoritmi sono il motore, i dati sono il carburante della macchina”, e per questo di fondamentale importanza. I due documenti sui dati, il Data act e il Data governance Act, rappresentano il primo punto, secondo Kumpula-Natri, per creare un luogo in cui mettere i comune “i dati che ora sono chiusi in dei compartimenti stagni”.
Il documento sulla governance (gestione) è già approdato in Parlamento. Gli obiettivi sono quelli di creare un ambiente condiviso per lo scambio e l’accesso ai dati pubblici, la creazione di nuovi attori attivi nel settore e permettere all’Europa un controllo maggiore sui flussi di dati. Il secondo documento sarà proposto a inizio dicembre e si concentrerà sull’allocazione delle risorse e sull’accesso ai dati da parte delle aziende per favorirne la competitività.
Sul tema della competitività è tornato Kilian Gross, capo dell’unità per le politiche dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale per la Commissione (DG CONNECT). Con il regolamento sulla governance l’UE punta a “stimolare creazione di nuovi spazi e nuovi attori in Europa, dove dati vengono scambiati in maniera sicura”, mentre il Data act ora in discussione vuole fare in modo che “il valore dei dati sia distribuito equamente nella filiera del valore, sia nei rapporti tra le aziende che tra aziende e governi”.
Il Regolamento in materia già adottato definisce la tecnologia e fissa i paletti da rispettare nel corso di sviluppi futuri. Per Gross il punto forte del documento è l’approccio basato sul rischio, per cui “l’intervento normativo dipenderà dai rischi che vengono via via individuati, in modo da fissare condizioni leggere ma efficaci”. Si tratta di fissare un quadro normativo per il Piano di coordinamento dell’IA, che regolerà gli investimenti nel settore – “20 miliardi di euro ogni tra risorse pubbliche e private nel prossimo decennio” – e dovrà allineare le politiche nazionali dei diversi Stati membri.
La sicurezza dei cittadini resta al centro dei provvedimenti che la Commissione vuole adottare, evitando al contempo che la tecnologia dell’IA e la gestione dei dati restino appannaggio delle grandi aziende: “Vogliamo creare un alternativa alle Big Tech, cercare delle alternative per i nostri valori e la nostra società. Solo così potremo convincere istituzioni, cittadini e aziende a partecipare”, ha ricordato Miapetra Kumpula-Natri.
Sia i provvedimenti sull’intelligenza artificiale che sulla gestione dei dati sono parte integrante del Bussola digitale 2020 e del Policy Programme: ‘a Path to the Digital Decade’, i programmi della UE per la digitalizzazione. Gli obiettivi del progetto saranno l’alfabetizzazione digitale, la connettività e lo sviluppo delle infrastrutture cloud, tutti potenziali campi di applicazione e al contempo condizioni fondamentali per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.