Bruxelles – Di accoglienza e solidarietà non c’è traccia nel nuovo piano d’azione della Commissione europea per l’immigrazione, che pone l’accento una volta di più sulla dimensione esterna ed in particolare al contrasto ai flussi. L’esecutivo comunitario presenta la rinnovata strategia contro il traffico di migranti (2021-2025), un insieme di cose da fare che il team von der Leyen promette si farà.
La nuova politica di contenimento dei richiedenti asilo si fonda su cinque raggi d’azione: cooperazione rafforzata con i paesi partner e le organizzazioni internazionali; attuazione dei quadri giuridici e sanzioni contro i trafficanti attivi all’interno e all’esterno del UE; prevenzione dello sfruttamento e protezione di migranti; più cooperazione con forze dell’ordine e magistratura per rispondere alle nuove sfide; migliorare le conoscenze sui modi operandi dei trafficanti.
Nella pratica poco o niente cambia, per il momento. C’è solo l’annuncio di quello che si intende fare per evitare che i disperati si mettano in marcia. La comunicazione della Commissione suggerisce che, data la situazione, l’UE “dovrebbe basarsi sui quadri di cooperazione esistenti e sviluppare partenariati operativi specifici e su misura per la lotta al contrabbando con i paesi terzi o regioni lungo le rotte migratorie verso l’UE”. Si tratta di far funzionare meglio quello che esiste già, che fin qui non ha funzionato. Le basi su cui poggiano le idee del team von der Leyen sono tutt’altro che solido, eppure si punta tanto su questi partenariati operativi contro il contrabbando, che “dovrebbero essere parte integrante dei partenariati globali in materia di migrazione dell’UE con i paesi di origine e di transito” e sostenere la cooperazione regionale e internazionale.
La commissione ci crede davvero, e invita a “costruire la capacità operativa delle autorità nazionali e locali nei paesi partner per prevenire e scoraggiare la migrazione irregolare”. Misure che richiedono tempo e soldi, non quantificati nella proposta. Ma c’è l’impegno della Commissione a negoziare a nome dell’UE questi accordi di cooperazione.
L’elemento centrale delle proposta è la stretta sui trafficanti di migranti, contro cui la Commissione riconosce agli Stati membri la possibilità di imporre loro sanzioni dell’ONU e, “ove opportuno”, e quelle previste dal regime di sanzioni globali dell’UE per i diritti umani.
“Vogliamo distruggere il business model dei trafficanti”, sottolinea Margartis Schinas, commissario per la Promozione dello stila di vita europeo, che incassa reazioni critiche da parte di Laura Ferrara. Secondo l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle la nuova proposta della Commissione europea “è sicuramente un passo in avanti ma lascia tutti i nodi ancora irrisolti e sul tappeto”, nella misura in cui “in Europa si agisce sempre sulla dimensione esterna per nascondere i problemi interni che impediscono di trovare una soluzione al binomio responsabilità-solidarietà”.