Bruxelles – Il regolamento UE per l’intelligenza artificiale proposto dalla Commissione europea, insieme alle applicazioni e rischi di questa tecnologia nel mondo del lavoro e nei rapporti sociali sono stati i temi al centro dello SmartEvent organizzato da Eunews lunedì 27 settembre.
Ad prendere parte alla discussione, Tiziana Catarci, direttrice del dipartimento di Ingegneria informatica e gestionale della Sapienza, Stefano Firpo, capo di gabinetto del ministro per l’Innovazione tecnologica, Lucilla Sioli, della direzione generale CONNECT della Commissione Europea e Alessandro Vistoli, Amministratore Delegato Terranova Software. In chiusura è intervenuto anche l’europarlamentare Brando Benifei, relatore del Regolamento Ue per l’Intelligenza artificiale e relatore ombra della Commissione speciale AIDA.
“Algoritmi e robot possono esercitare un controllo finora sconosciuto sui lavoratori. Insieme a questo c’è anche il rischio che si creino nuovi lavori usuranti, gestiti da operai del digitale di bassissimo livello. Penso ai rider o a chi lavora per Amazon”, ha spiegato Catarci, sottolineando che si tratta di campi in cui gli strumenti normativi che dovrebbero tutelare il cittadino sono ancora molto indietro. Nell’affrontare la trasformazione digitale il Paese è in ritardo, sostiene la professoressa, a partire dalla mancanza di un impegno concreto da parte delle istituzioni per diffondere skill e le conoscenze nella popolazione.
Nel regolamento UE sul digitale secondo Firpo ciò che farà la differenza sarà il modo in cui questo verrà implementato nel pratico: “Bisogna capire come costruire l’infrastruttura che aiuterà le imprese ad utilizzare queste tecnologie in sicurezza e a costi competitivi. Il secondo aspetto critico è quale autorità indipendente si adopererà dell’enforcement del regolamento. La regolamentazione è motivata da un’intuizione giusta ma l’applicazione non deve essere complicata in maniera eccessiva”
Lucilla Sioli ha citato il precedente dell’applicazione dei dati e dell’IA nel campo della salute durante la pandemia da COVID-19. Le applicazioni e i sistemi europei hanno costituito “un sistema unico al mondo che tenesse in contro la protezione dei dati e della privacy dei cittadini, oltre alla salute”. Adesso la sfida è quella del machine learning: “questa tecnologia può essere applicata in maniera tale che anonimizzi e deanonimizzi i profili degli utenti in maniera automatica quando utilizzano un servizio”.
Alessandro Vistoli si è concentrato sulle opportunità che l’intelligenza artificiale può portare per il mondo del lavoro. “I rischi esistono, ma l’IA può fare in modo che a svolgere i lavori a basso valore aggiunto – ad esempio le riconciliazioni dei pagamenti e altri compiti amministrativi – possano essere degli algoritmi, così da poter far dedicare le risorse umane a compiti ad alto valore”. E sulla sicurezza ha aggiunto che “l’Europa, forte della cultura dei diritti di tradizione illuminista, ha le carte in regola per porre vincoli in termini di privacy e diritti del cittadino”.
In conclusione, Brando Benifei ha indicato le difficoltà della sfida di tutelare competitività delle aziende e dignità del cittadino: “abbiamo visto troppe volte proliferare prodotti non sicuri dal punto di vista dell’intelligenza artificiale. Ora, complicare la procedura certificativa rischia di creare dei colli di bottiglia per lo sviluppo, ma non dobbiamo dimenticare che l’utilizzo dell’IA può comprimere ad esempio i diritti dei lavoratori. In questo senso il regolamento Ue mette dei paletti chiari, come il contrasto alle pratiche di social scoring (credito sociale) e vuole un uso dell’IA che sia il più distante possibile dal dominio dello Stato sui cittadini”.
Per chi volesse vedere o ri-vedere l’evento, ecco la registrazione integrale.