Bruxelles – Il messaggio è chiaro: quale sarà il nuovo governo tedesco lo vogliono decidere loro. Verdi e liberali, arrivati rispettivamente terzi e quarti alle elezioni con il 14,8 e l’11,5 per cento dei voti, si incontreranno domani 29 settembre per scegliere se orientarsi verso un esecutivo con i social-democratici della SPD (coalizione “semaforo”) o con i cristiano-democratici della CDU (coalizione “Giamaica”).
L’incontro di domani sarà anche necessario per limare le molte differenze di programma tra i due partiti. I liberali di FDP sono un partito pro-business, per cui la transizione ecologica non può essere fatta a spese dell’economia e del benessere. Al contrario, i Verdi sostengono che nel prossimo governo ci debba essere un ministero per il Clima che abbia diritto di veto sulle scelte degli altri ministeri, per verificare che queste siano in linea con la transizione ecologica. Proposta irricevibile per FDP, che preferirebbe invece ridurre le emissioni semplicemente tassando le emissioni di CO2, lasciando mano libera al mercato. Distanza anche sulla messa al bando dei motori a combustione: per i Verdi questa dovrebbe avvenire nel 2030 (5 anni prima di quanto suggerito dalla Commissione europea), per i liberali è sbagliato mettere una data. Bisogna considerare anche che FDP è vicino all’influente industria automobilistica tedesca. Le distanze sono ampie anche in campo economico, con i Verdi che sono a favore di un aumento delle tasse per i redditi più alti, mentre FDP mantiene un approccio liberista.
Nonostante queste difficoltà, i due partiti sembrano essere pronti ad andare al governo insieme. Potenzialmente potrebbero governare tanto con la SPD, come con la CDU. Tuttavia, la prima opzione appare più plausibile per una serie di motivi. I social-democratici sono risultati il partito più votato e sono più vicini ai Verdi che, in virtù della migliore performance elettorale, hanno più potere contrattuale dei liberali. La portavoce degli ecologisti Lisa Badum ha affermato che “la direzione è abbastanza chiara: i conservatori hanno perso le elezioni”. Anche gli elettori sembrano pensarla in modo simile: secondo un sondaggio Infratest dimap, il 55 per cento dei tedeschi sarebbe favorevole alla coalizione “semaforo”, contro un 33 che preferirebbe “Giamaica”.
Ufficialmente la CDU non demorde e spera di poter guidare il prossimo governo, ma sono sempre più insistenti le voci di una resa dei conti interna al partito. Il risultato negativo alle urne è da molti attribuito agli errori nella campagna di Armin Laschet, su cui aumentano le pressioni per farsi da parte. Sono sempre più numerose poi le voci all’interno della stessa Union che suggeriscono al partito di accomodarsi all’opposizione: al presidente del land dell’Assia Volker Bouffier e della sezione giovanile Tilman Kuban si è aggiunta la voce autorevole di Markus Söder. Il leader della CSU bavarese si è congratulato con Olaf Scholz, aggiungendo che “inevitabilmente il candidato social-democratico è quello che ha più possibilità di diventare cancelliere”. Una sconfessione in piena regola della linea di Laschet, per cui la Giamaica è sempre più lontana.