Bruxelles – Anche il vaccino di Moderna (nome tecnico Spikevax) è da oggi (27 settembre) sotto la lente dell’Agenzia europea dei medicinali per l’uso di una terza dose di richiamo da somministrare almeno 6 mesi dopo la seconda dose in persone di età pari o superiore a 12 anni. Ad annunciarlo è l’EMA in una nota, precisando che il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) farà una valutazione accelerata dei dati presentati dalla società che commercializza Spikevax (Moderna), compresi i risultati di uno studio clinico in corso.
Dal 6 settembre l’EMA sta valutando anche l’uso di una terza dose di richiamo sugli over 16 per il vaccino sviluppato dalla partnership farmaceutica BioNTech-Pfizer, che come Spikevax è un vaccino di nuova tecnologia a mRNA. L’esito della valutazione per il vaccino Pfizer sono attese già ai primi di ottobre, mentre per ora non ci sono tempi certi per Moderna. “L’EMA comunicherà l’esito della valutazione a tempo debito”, si legge nella nota.
L’agenzia europea con sede ad Amsterdam si affretta a precisare che insieme all’ECDC (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive) non considerano “urgente” la necessità di dosi di richiamo del vaccino in tutta la popolazione, ma sta valutando ugualmente queste domande “per garantire che siano disponibili prove a sostegno di ulteriori dosi, se necessario”. Gli Stati membri sono liberi di prendere una decisione sul richiamo in autonomia, senza dover aspettare il via libera EMA, e molti di loro hanno già iniziato a somministrare una dose di richiamo a chi ha un sistema immunitario compromesso (che rende difficile la risposta immunitaria) e alle fasce più anziane della popolazione.