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    Home » Cronaca » HERA, critiche al piano UE per le future pandemie: ruolo marginale del Parlamento e scarsa trasparenza sui fondi

    HERA, critiche al piano UE per le future pandemie: ruolo marginale del Parlamento e scarsa trasparenza sui fondi

    Eurodeputati delusi da una proposta poco ambiziosa per la nuova Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze, che relega il Parlamento a un ruolo marginale. La commissaria Kyriakides: "Nessuna esclusione"

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    27 Settembre 2021
    in Cronaca, Politica
    Stella Kyriakides covid

    Bruxelles – Un passo avanti verso l’Unione Europea della salute, ma non abbastanza per una risposta unitaria alle future crisi sanitarie. Piogge di critiche al piano della Commissione Europea sulla nuova HERA, l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, sono arrivate oggi (27 settembre) dalla commissione ambiente e salute (ENVI) del Parlamento Europeo che ha avuto un primo scambio di vedute con la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, a dieci giorni dalla presentazione.

    Ruolo marginale del Parlamento

    Critiche che riguardano in particolare il ruolo marginale che la Commissione ha lasciato all’Europarlamento all’interno dell’HERA e una scarsa trasparenza sui fondi usati per finanziarla. Gli eurodeputati si sono detti delusi da una proposta poco ambiziosa, che relega il Parlamento a un ruolo di voto sul bilancio.

    Secondo la proposta avanzata, HERA sarà un’agenzia interna alla Commissione Europea, non sarà “indipendente” come l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive (ECDC) che invece sono autorità indipendenti e meno “controllabili” da Bruxelles. Avrà una cabina di regia e un comitato per le crisi (crisis board), in cui saranno coinvolti gli Stati membri, la presidente della Commissione europea e quattro commissari e a cui sarà invitato a partecipare anche un “osservatore” da parte del Parlamento europeo in qualità di autorità di bilancio (insieme al Consiglio).

    In sostanza, l’Eurocamera avrà solo la possibilità di votare il bilancio dell’agenzia, con un solo osservatore a presenziare il comitato. Saranno però gli Stati membri attraverso il Consiglio ad attivare i poteri di emergenza di HERA, su proposta della Commissione Europea: l’HERA usa come “appiglio” giuridico l’articolo 122 del TFUE per un intervento rapido dell’UE in situazioni di emergenza che esclude di fatto il Parlamento dalla decisione di intervento. Dopo tutte le critiche sulla gestione della strategia sui vaccini, la Commissione sceglie di riservare un ruolo decisionale di primo piano agli Stati membri e a se stessa, ma nel farlo lascia in disparte l’unica istituzione eletta direttamente dalla popolazione europea.

    Jytte Guteland, eurodeputata S&D

    Critiche dai deputati

    Questo non piace all’Eurocamera ed è emerso chiaramente nel dibattito di oggi con gli eurodeputati, che potrebbero anche decidere di rallentare i negoziati interistituzionali sull’Unione della Salute (che prendono il via proprio oggi). “Il Parlamento Europeo ha già votato che abbiamo urgente bisogno di un’istituzione adeguata per l’Unione della Salute, ma dobbiamo ancora capire ruolo e diritti dell’Europarlamento per quanto sia urgente creare la nuova agenzia per la risposta alle crisi”, ha ricordato dal Partito Popolare europeo (PPE) Peter Liese. L’HERA rischia di essere “un’opportunità mancata”, avverte anche Jytte Guteland dei Socialdemocratici (S&D) alludendo alla necessità di strumenti più solidi come quelli della BARDA americana, l’agenzia biomedica (Biomedical Advanced Research and Development Authority) a cui Bruxelles si ispira. Critiche anche da Michele Rivasi dei Verdi Europei che insiste sul ruolo dell’Eurocamera riservato al solo voto sul bilancio dell’HERA.

    “Nessuna intenzione di escludere il Parlamento”

    La commissaria Kyriakides esordisce nel suo intervento già sulla difensiva. “Siamo a conoscenza delle preoccupazioni dei deputati, ma non c’è stata alcuna intenzione di escludere l’Europarlamento”, sottolinea. Lo ripete più e più volte nel corso dei suoi interventi e spiega che la decisione di ricorrere all’articolo 122 TFUE è derivata dalla “necessità di agire in maniera più rapida possibile nella risposta alle eventuali future crisi”. L’idea è quella di lavorare sulla prevenzione a future crisi sanitarie, con appalti congiunti per le forniture di medicinali o dispositivi medici e soprattutto tempi di reazione più rapidi per le decisione attraverso il comitato per le crisi. Tutto ciò che è mancato all’inizio della pandemia. Così anche la decisione di dar vita a una agenzia interna alla Commissione matura – spiega la commissaria cipriota – è motivata dal fatto che creare una agenzia indipendente avrebbe richiesto anni di lavoro, invece l’HERA sarà pienamente operativa dal 2022.

    “Non c’è alcuna esclusione”, ripete. L’Europarlamento avrà un ruolo nel board e potrà votare sui bilanci dell’HERA. Il consiglio di amministrazione – fa sapere la commissaria – si riunirà per la prima volta il primo ottobre, con una cadenza di almeno quattro riunioni all’anno in tempi “non di crisi”. Ricorda infine che nel 2025 è prevista una analisi di metà mandato per l’HERA per capire cosa può essere migliorato o sistemato. “Ciò che ha bisogno di essere aggiustato, sarà aggiustato e corretto”, promette.

    Michele Rivasi

    Appello alla trasparenza finanziaria

    Alla Commissione arrivano anche accuse di una scarsa chiarezza in termini di bilancio. Mentre il budget effettivo di HERA sarà di 6 miliardi di euro in sei anni (2021-2027), altri 30 miliardi di euro sono stimati dall’UE come provenienti da altre voci di bilancio a lungo termine per essere reindirizzati alle emergenze sanitarie. La Commissione stima inoltre circa 20 miliardi di euro dai piani esistenti dei paesi dell’UE per migliorare la preparazione nazionale alla pandemia, anche se non è chiaro quanto siano disposti a concedere i Paesi.

    In tutto la presidente della Commissione ha stimato una “missione europea sanitaria” da almeno cinquanta miliardi di euro tra 2021-2027. Non è cifra di poco conto ed è la più alta finora mobilitata per esigenze di natura sanitaria, ma in questo modo “il controllo” del Parlamento europeo si limiterebbe ai fondi del bilancio effettivo di HERA e delle risorse provenienti dal bilancio comunitario, non di eventuali decisioni (anche mobilitazioni finanziarie) di emergenza che gli Stati potrebbero chiedere alla Commissione di attivare. Rivasi dei Verdi denuncia che la Commissione possa creare un’istituzione ad hoc per “finanziare le industrie farmaceutiche europee” senza tener conto del Parlamento. Kyriakides si è affrettata ad assicurare “rigore per il controllo finanziario” dell’agenzia.

    Tags: commissione europeaHERAstella kyriakides

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