Bruxelles – “Pare che l’Italia non abbia ancora adottato le misure per garantire la tempestiva esecuzione della sentenza”. E’ per questo motivo che la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti del governo di Roma. Dopo due anni dalla sentenza della Corte di giustizia dell’UE che ha stabilito che il Paese ha violato la direttiva sugli appalti pubblici, niente è cambiato. L’estensione della concessione per la gestione della A12 Livorno-Civitavecchia doveva avvenire tramite bando di gara pubblico e non tramite convenzione bilaterale tra ANAS e Società Autostrada Tirrenica (SAT).
L’Italia è già stata riconosciuta colpevole a settembre 2019, ma la sentenza della Corte di giustizia europea non è stata rispettata. Si hanno due mesi di tempo per convincere la Commissione a chiudere il dossier. In caso contrario ci sarà un nuovo deferimento a Lussemburgo.
Le cattive notizie per l’Italia non finiscono qui. Nel pacchetto mensile di infrazioni per il Paese figura anche un parere motivato per la mancata notifica del recepimento della direttiva sulle “soluzioni rapide” in materia di IVA. Le regole, da recepire entro il 31 dicembre 2019, armonizzano alcune norme in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA), fornisce chiarimenti utili a evitare possibili doppie imposizioni o non imposizioni.
Ancora, si apre una procedura per discriminazione dei lavoratori stranieri e violazione del principio di libera circolazione. ” La maggior parte delle università non ha firmato un contratto collettivo” con i lettori stranieri, con la conseguenza che “la maggior parte di loro” non ha ancora ricevuto il denaro cui ha diritto. L’Italia deve mettere gli atenei in regola.
Quarto provvedimento contro l’Italia l’invio di un parere motivato per la mancata notifica alla Commissione del pieno recepimento del codice europeo delle comunicazioni elettroniche. E’ il secondo e ultimo stadio della procedura che precede la fase contenziosa. Oltre il parere motivato c’è il deferimento alla Corte. Le nuove norme modernizzano il quadro normativo europeo per le comunicazioni elettroniche, ampliano le scelte e rafforzano i diritti dei consumatori e incentivano gli operatori a investire in reti ad altissima capacità e a favorire la diffusione della fibra e del 5G. La direttiva avrebbe dovuto essere recepita integralmente nell’ordinamento nazionale degli Stati membri entro il 21 dicembre 2020.
Infine si porta avanti la procedura per la mancata comunicazione delle informazioni sull’attuazione della direttiva UE sui servizi di media audiovisivi nell’ordinamento nazionale. L’Italia è stata richiamata all’ordine un anno fa, con l’avvio della procedura datato novembre 2020. A oggi Bruxelles non ha ancora ricevuto risposte.