Bruxelles – Basta con mille caricatori per ricaricare la batteria dello smartphone, del tablet, della macchina fotografica, delle cuffie bluetooth e della console per videogiochi. La Commissione Europea ha presentato oggi (giovedì 23 settembre) la proposta legislativa per l’utilizzo di un caricabatterie universale per i dispositivi elettronici mobili. L’obiettivo è quello di ridurre l’acquisto di apparecchi elettronici e, di conseguenza, la quantità di rifiuti prodotta sul suolo europeo, con benefici positivi per l’ambiente.
Con la proposta di revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, saranno armonizzate le porte di ricarica dei dispositivi elettronici e lo standard di riferimento diventerà la porta USB-C. “Con sempre più dispositivi, vengono venduti sempre più caricatori che non sono intercambiabili o non sono necessari, vogliamo mettere fine a questa pratica”, ha spiegato durante la conferenza stampa il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton. “I consumatori europei saranno in grado di utilizzare un unico caricabatterie per tutti i loro dispositivi portatili, un passo importante per aumentare la convenienza e ridurre i rifiuti elettronici“, ha aggiunto il commissario.
Un funzionario della Commissione UE ha sottolineato che la sola imposizione di caricabatterie con porta USB-C non sarebbe stata sufficiente a raggiungere gli obiettivi fissati. Per questo motivo si è optato per una proposta legislativa più ampia, che comprende l’armonizzazione della tecnologia di ricarica veloce sul lato del dispositivo elettronico (USB-C PD, che sfrutta la stessa porta dell’USB-C) e la possibilità di acquistare il caricabatterie separatamente dal dispositivo elettronico: i consumatori potranno così continuare a utilizzare il proprio vecchio caricatore indipendentemente dalla marca del prodotto. Secondo le stime della Commissione, la riduzione della produzione e dello smaltimento di nuovi caricabatterie ridurrà la quantità di rifiuti elettronici di quasi mille tonnellate all’anno, per un risparmio di circa 250 milioni di euro all’anno per i consumatori.
La questione del caricabatterie universale non si riduce a una sola questione di smartphone ed è per questo che la proposta della Commissione UE coinvolge anche tutti quei dispositivi mobile assimilabili ai telefoni cellulare (tablet, macchine fotografiche, console, impianti acustici). Non si può però non notare l’assenza dei caricatori dei computer portatili, su cui il gabinetto von der Leyen è ancora al lavoro: “Prevediamo di completare quanto prima il quadro, con una proposta in merito all’ecodesign sul lato del presa di corrente e alla piena interoperabilità tra caricabatterie e dispositivi elettronici, compresi i PC portatili”, ha confermato il funzionario UE.
A questo punto, la proposta legislativa della Commissione Europea sui caricabatterie degli smartphone dovrà essere discussa da Parlamento e Consiglio dell’UE. Una volta che i co-legislatori l’avranno adottata, si prevede un periodo di transizione di due anni: un anno di tempo per gli Stati membri per recepire la direttiva rivista nella propria legislazione nazionale e un altro anno per permettere agli operatori di mercato di adeguarsi alle nuove indicazioni. Non mancheranno le polemiche, in particolare da parte di Apple – che dovrebbe modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning per iPhone, iPad e iPod – e di coloro che bolleranno l’iniziativa dell’esecutivo UE come un freno per l’innovazione del settore.
La proposta della Commissione Europea di avere uno stesso caricabatterie per tutti gli smartphone è arrivata a più di dieci anni dal memorandum d’intesa del 2009 con i principali produttori dell’industria di dispositivi mobile. Come fatto notare dal funzionario UE, da allora si è ridotto “significativamente” il numero di soluzioni di ricarica – da trenta a tre – ma il mercato è comunque rimasto frammentato. Sul tema è stato decisivo lo scossone dato dalla risoluzione del Parlamento Europeo a gennaio del 2020 e l’alto interesse degli eurodeputati nell’ultimo anno e mezzo, come ha dimostrato un recente intervento di Sylvie Guillaume, membro della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO).
“Questa iniziativa include molti elementi importanti per il Parlamento Europeo“, ha commentato la presidente della commissione IMCO, Anna Cavazzini (Verdi/ALE). L’eurodeputata tedesca ha sottolineato che l’esecutivo comunitario “ha perso molto tempo”, ma che con questa proposta “si potranno aiutare i consumatori a risparmiare denaro e a salvare le risorse del pianeta”. Gli eurodeputati promettono di fare del proprio meglio per raggiungere un accordo con il Consiglio dell’UE e garantire una “buona cooperazione che andrà a beneficio dei consumatori europei e dell’industria, con al centro gli obiettivi del Green Deal”, ha assicurato la presidente della commissione per il Mercato interno.