Bruxelles – Se le vaccinazioni sono l’unico modo per frenare i contagi da varianti del Coronavirus, Bruxelles lavora parallelamente per assicurarsi potenziali trattamenti o terapie efficaci per trattare i pazienti affetti dalla malattia COVID-19. Ieri (21 settembre) in serata la Commissione Europea ha annunciato di aver siglato un nuovo contratto di acquisto per una potenziale terapia che combina gli anticorpi bamlanivimab ed etesevimab ed è sviluppata dall’azienda farmaceutica americana Eli Lilly. Il trattamento in questione è ancora oggetto di revisione continua (‘rolling review’, un processo di revisione accelerato) da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Esecutivo fa sapere che 18 Stati membri hanno sottoscritto l’appalto congiunto per la fornitura di un massimo di 220mila trattamenti.
Per l’UE si tratta del terzo acquisto di potenziali terapie per trattare gli effetti gravi della malattia. A fine giugno la Commissione ha annunciato di aver individuato cinque terapie promettenti per trattamento dei pazienti da far analizzare all’EMA. Si tratta di quattro terapie con mix di anticorpi monoclonali già in revisione continua da parte dell’Agenzia con sede ad Amsterdam. Questo tipo di trattamento prevede lo sviluppo artificiale (in laboratorio) degli anticorpi, ovvero proteine che il nostro organismo produce in genere da solo per difendersi da virus, batteri ma anche cellule tumorali. La quinta terapia è invece un immunosoppressore (un farmaco che inibisce la risposta immunitaria), sempre sviluppato dalla farmaceutica Eli Lilly e già autorizzato al commercio nella UE per pazienti non COVID che potrebbe essere esteso all’uso anche per il trattamento della malattia.
A inizio estate l’Esecutivo si era detto ottimista che i cinque prodotti potessero ricevere il via libera entro ottobre, e intanto ha siglato degli accordi congiunti di acquisto anticipato con Eli Lilly (ultimo in ordine di tempo), con la multinazionale svizzera Roche per il prodotto REGN-COV2, una combinazione di due anticorpi Casirivimab e Imdevimab, e con la britannica Glaxo Smith Kline per la fornitura di sotrovimab (VIR-7831), altra terapia con anticorpi monoclonali sviluppati in collaborazione con la biotecnologia VIR. A inizio maggio la Commissione ha presentato una strategia sulle terapie contro il COVID per mobilitare circa 142 milioni di euro tra ricerca e sviluppo per autorizzare almeno tre nuove terapie per il trattamento della COVID-19 entro ottobre, altre due entro fine 2021. “Ora oltre il 73 per cento della popolazione adulta dell’UE è completamente vaccinata e questo tasso continuerà ad aumentare. Ma i vaccini non possono essere la nostra unica risposta al COVID-19″, commenta la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides. “Le persone continuano a essere infettate e ad ammalarsi. Dobbiamo continuare il nostro lavoro per prevenire le malattie con i vaccini e allo stesso tempo assicurarci di poterle curare con le terapie”.