Bruxelles – Come anticipato la settimana scorsa, la Commissione Europea ha pubblicato oggi (22 settembre) in Gazzetta Ufficiale la richiesta da parte della Croazia di protezione della menzione tradizionale del “Prosek”, il vino dolce da tavola croato che niente ha a che fare con il prosecco italiano se non la somiglianza del nome. La domanda di tutela non è per una denominazione di origine protetta (DOP) – come nel caso del prosecco italiano, a cui è riconosciuta dall’UE dal 2009 – ma solo la tutela della menzione tradizionale che richiama caratteristiche specifiche di un determinato prodotto vitivinicolo.
Per l’Italia è inaccettabile lo stesso e la decisione dell’UE ha provocato una mobilitazione che unisce mondo politico e agricolo per chiedere alla Commissione di non mettere a repentaglio la DOP del ‘prosecco’ italiano. Nulla è perduto perché il processo di riconoscimento della tutela – come si legge in Gazzetta – dà 60 giorni (due mesi) di tempo agli Stati membri per presentare osservazioni e formali dichiarazioni di opposizione.
Ed è quello che ha intenzione di fare il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli: il governo “darà battaglia in Europa perché venga respinta” la proposta croata, ha assicurato di fronte all’Aula del Senato durante una informativa dedicata al tema. Promette l’impegno di tutto il ministero delle Politiche agricole a difesa del prosecco da quello che si ritiene un danno al Made in Italy. “Il governo si sta muovendo unito e coeso in difesa non solo del Prosecco, ma di tutto il nostro Made in Italy: l’intero Sistema Paese deve battersi per una delle sue più importanti eccellenze”, ha aggiunto il sottosegretario leghista alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio.
Di prosecco e finto prosecco Patuanelli ha discusso con il commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, a margine dei lavori del G20 agricoltura di Firenze che si è svolto dal 17 al 18 settembre. Per Patuanelli lo scambio di vedute con Bruxelles ha chiarito che “il punto di vista dell’Italia sarà tenuto nella dovuta considerazione ma soprattutto ha sottolineato che l’obiettivo della Commissione è quello di rafforzare il sistema delle DOP e IGP e non certo quello di indebolirlo”. Da Bruxelles anche l’eurodeputato in quota 5 stelle, Dino Giarrusso, rimarca che “questa palese imitazione va fermata in sede europea tanto più che una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato illegittimi i nomi truffa che evocano in modo ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea. Quella sul Prosecco è una battaglia in difesa dell’interesse nazionale e va portata avanti fino in fondo”.
La battaglia per il prosecco, per una volta, mette d’accordo davvero tutti i partiti italiani. Anche la Lega a Bruxelles e in Italia promette “una lunga battaglia” per far valere la posizione italiana. Dal Partito democratico (PD) il vicepresidente del gruppo alla Camera, Piero De Luca, concorda che “la richiesta presentata dalla Croazia alla Commissione europea di protezione del termine Prošek è per noi assolutamente irricevibile e va respinta dall’UE”. I parlamentari di Fratelli d’Italia hanno organizzato oggi a Roma un flash mob per la tutela dell’italianità del Prosecco, mentre al Senato era in corso l’informativa di Patuanelli.
La mobilitazione non riguarda solo il governo e i parlamentari (europei e italiani), ma anche le associazioni di categoria. “Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa UE nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Mentre l’Unione italiana vini (UIV) ha annunciato che farà squadra con le federazioni vini di Francia, Spagna, Portogallo e Germania perché “presentino anch’esse mozioni contrarie all’indicazione della Commissione”.