Bruxelles – Italia, Polonia, Germania e ancora Francia, Spagna e Malta. Arrivano da tutta l’Unione Europea i primi 200 cittadini europei che tra venerdì 17 e domenica 19 settembre si sono riuniti fisicamente a Strasburgo, nei locali del Parlamento europeo, e virtualmente, per discutere di futuro dell’Europa. Inizia a prendere forma l’essenza della Conferenza sul futuro dell’UE – lanciata lo scorso 9 maggio con un anno di ritardo – lasciando spazio e voce alle idee e alle proposte dei cittadini su come dovrebbe essere l’Unione Europea di domani.
Nella città alsaziana si è riunito il primo dei quattro panel dei cittadini dedicato a sei gruppi tematici che spaziano dall’economia alla giustizia sociale, dal lavoro/istruzione alla gioventù, cultura, sport e trasformazione digitale. “Come ti immagini l’Unione Europea dopo il 2050?”, è la domanda che si sono sentiti rivolgere venerdì pomeriggio all’inizio dei lavori i 200 partecipanti provenienti dai Ventisette Stati membri e a cui hanno cercato di rispondere nel corso di questi tre giorni, con idee che dovranno diventare proposte. Loro, come tutti i partecipanti, sono stati scelti casualmente per rispettare una serie di criteri per riflettere la diversità dell’UE: l’origine geografica (nazionalità e origine urbana o rurale), sesso, età, background socio-economico e livello di istruzione.
Se “uniti nella diversità” è il motto che caratterizza l’Unione Europea, le Istituzioni europee hanno cercato di rifletterlo nel tentativo di mettere allo stesso tavolo (letteralmente, nella stessa Aula dell’Europarlamento) persone di genere, età, culture e Paesi differenti che hanno in comune il senso di appartenenza europea, con l’obiettivo di tutelarlo e rafforzarlo. La Conferenza potrebbe essere il perfetto alleato democratico per creare un ponte tra Unione europea e i suoi cittadini, sempre più disaffezionati e distanti dalla sua politica. Anche in Italia si soffre un “deficit di senso di partecipazione e informazione riguardo all’Unione Europea, se ne parla poco e il più delle volte in negativo, è normale che in molti si sia radicata l’idea che l’Europa sia qualcosa di negativo”, racconta nel dibattito plenaria una dei 200 partecipanti al panel che arriva proprio dal Belpaese. Ma se sarà un esercizio utile si vedrà non prima della primavera 2022, quando saranno presentate le raccomandazioni vere e proprie sotto la presidenza di turno francese.
Una tre giorni che dà vita a un processo di riflessione sul progetto europeo inedito per l’UE, voluto già prima dello scoppio della pandemia ma che il COVID-19 ha reso più urgente. Il weekend si è diviso tra lavori in sottogruppi (con un massimo di 15 persone) in cui i cittadini hanno iniziato a scambiarsi idee e formulare proposte e alcuni momenti pubblici di “plenaria”, in cui i cittadini si sono riuniti tutti insieme e hanno potuto scambiarsi le opinioni anche con esperti dei vari argomenti (per lo più professori). La riunione si è conclusa oggi con l’estrazione a sorte dei 20 “ambasciatori” portavoce che andranno a rappresentare questo panel durante le prossime sessioni plenarie della Conferenza, la prima delle quali è in programma il 22 e 23 ottobre a Strasburgo: sono dieci donne e dieci uomini, dei quali almeno un terzo selezionato tra i 16 e i 25 anni per mettere nelle mani delle nuove generazioni il compito di individuare le priorità di domani. Tra questi ci sono anche tre nomi italiani, due uomini, Enzo, Antonio e Piero, che rientra tra i giovani tra i 16 e i 25 anni.
In tutto sono state individuate 21 priorità da discutere nelle prossime riunioni, dal mercato del lavoro/occupazione alla democratizzazione digitale, passando per l’agricoltura e le tasse. Come detto, il ventaglio di temi affrontati in questo primo panel era veramente consistente e il rischio che finisca per essere troppo dispersivo è concreto. A questo si aggiunga il fatto che i cittadini sono finiti nei vari sottogruppi casualmente e quindi non è sicuro che siano realmente interessati a quegli argomenti. Ad ogni modo, quello che si è concluso oggi era solo la prima riunione del primo panel dei cittadini: i duecento partecipanti si riuniranno altre due volte, virtualmente a novembre e a Dublino fisicamente a dicembre.
Il prossimo fine settimana sarà il turno del panel dedicato a “Democrazia europea e valori e diritti, stato di diritto, sicurezza” che si incontreranno per la prima riunione dal 24 al 26 settembre; seguirà il comitato dedicato al “Cambiamento climatico, ambiente e salute” con la prima riunione dal 1° al 3 ottobre; infine, “l’UE nel mondo e migrazioni” con il primo incontro che si terrà dal 15 al 17 ottobre. Ogni panel conta duecento cittadini da cui saranno estratti a sorte 20 “ambasciatori” ciascuno: in tutto 80 cittadini europei rappresenteranno la voce della partecipazione alle prossime plenarie della Conferenza, con l’opportunità di parlare con i rappresentanti delle Istituzioni e società civile di Bruxelles.
Questi primi incontri serviranno a conoscersi e a individuare temi e proposte da discutere in quelli successivi e a portare il proprio punto di vista all’attenzione delle istituzioni vere e proprie. Il cammino fino all’ultima plenaria della Conferenza, quando saranno presentate le raccomandazioni politiche finali a cui l’UE si è impegnata a dare seguito, è appena cominciato ma secondo Guy Verhofstadt, eurodeputato belga co-presidente del comitato esecutivo della Conferenza, non è troppo presto per dire che l’esercizio funziona. Si è “concluso il primo panel di cittadini della Conferenza sul futuro dell’Europa. Idee rinfrescanti, notevole entusiasmo. La formula funziona!”, twitta al termine dei tre giorni.
1st citizens’ panel of the Conference on the Future of Europe wrapped up.
Refreshing ideas, remarkable enthusiasm. The formula is working ! #TheFutureIsYours pic.twitter.com/lEBaso0mUZ
— Guy Verhofstadt (@guyverhofstadt) September 19, 2021