Bruxelles – A fare da contraltare a un discorso sullo Stato dell’Unione piuttosto piatto da parte della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, per quanto riguarda il tema della transizione digitale, è l’annuncio dell’esecutivo comunitario di un piano concreto per realizzare la trasformazione digitale della società e dell’economia europea entro il 2030. Nello specifico, si tratta della traduzione nella realtà degli obiettivi fissati dalla Bussola Digitale 2030, attraverso un meccanismo di cooperazione annuale con gli Stati membri nei settori delle competenze, delle infrastrutture e della digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.
Il “solido quadro di governance” proposto oggi (mercoledì 15 settembre) dalla Commissione Europea consiste in tabelle di marcia pluriennali per ciascuno Stato membro – in cui saranno delineate le politiche e le misure adottate o previste – un quadro annuale per affrontare le problematiche laddove i progressi sono insufficienti e una relazione annuale sullo Stato del decennio digitale, in cui sarà proprio l’esecutivo comunitario a valutare le azioni degli Stati membri.
Per elaborare gli obiettivi e le raccomandazioni, ci si affiderà a un sistema di monitoraggio basato sull’indice DESI (indice di digitalizzazione dell’economia e della società). La relazione annuale sarà presentata al Parlamento e al Consiglio dell’UE, con l’esposizione delle prestazioni digitali e le raccomandazioni mirate per il raggiungimento degli obiettivi 2030 da parte di tutti i Ventisette, “tenendo conto delle circostanze nazionali”, specifica il gabinetto von der Leyen. Entro il 2026 la Commissione UE riesaminerà gli obiettivi, “per fare il punto in merito agli sviluppi tecnologici, economici e sociali”.
Saranno poi stimolati i progetti multinazionali, vale a dire progetti su vasta scala che nessun governo nazionale potrebbe mettere in pratica da solo: “Consentiranno agli Stati membri di collaborare e mettere in comune le risorse per sviluppare capacità digitali in settori fondamentali“, con l’obiettivo comune di “rafforzare la sovranità digitale dell’Europa e alimentare la ripresa del continente”, chiarisce la Commissione. Alcuni tra i settori di investimento dovrebbero essere le infrastrutture di dati, i processori a basso consumo, il 5G, il calcolo ad alte prestazioni, la comunicazione quantistica sicura, la blockchain e i poli di innovazione digitale. Una nuova struttura giuridica, il consorzio per l’infrastruttura digitale europea (EDIC), sarà preposto all’avviamento e all’attuazione dei progetti multinazionali.
“È un piano concreto per realizzare la trasformazione digitale, per un futuro in cui l’innovazione opera a vantaggio delle imprese e delle nostre società”, ha sottolineato la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale, Margrethe Vestager. Ambizione confermata dal commissario per il Mercato interno, Thierry Breton: “L’Europa è intenzionata ad assumere un ruolo guida nella corsa tecnologica mondiale e fissare gli obiettivi per il 2030 è stato un passo importante”. Tuttavia, “ora dobbiamo ottenere risultati concreti”, perché la preoccupazione a Bruxelles è sempre la stessa: “L’Europa non si dovrà trovare in una posizione di grande dipendenza negli anni a venire, altrimenti resteremo troppo esposti alle fluttuazioni a livello mondiale”, ha avvertito Breton.