Bruxelles – Più veloce e più lontano. Per il gruppo ecologista dei Verdi europei il pacchetto sul clima ‘Fit for 55‘ presentato dalla Commissione UE lo scorso 14 luglio va nella giusta direzione, ma non abbastanza rapidamente per la necessità che Bruxelles ha di invertire la rotta sul cambiamento climatico. Alla vigilia del secondo Discorso sullo stato dell’Unione che Ursula von der Leyen pronuncerà di fronte all’Aula di Strasburgo, il gruppo ecologista scrive alla presidente della Commissione Europea una lettera con una tabella di marcia in nove punti in cui racchiude una serie di proposte da aggiungere al pacchetto sul clima.
Da una massiccia accelerazione sull’uso di energia rinnovabile in Europa (di almeno il 50 per cento entro il 2030 e del 100 per cento entro il 2040) allo stop dei finanziamenti ai combustibili fossi, dalla fine delle quote gratuite nel sistema ETS (scambio quote di emissione) alla trasformazione del sistema agroalimentare europeo in una filiera sostenibile per abbattere le emissioni agricole: gli eurodeputati esortano la Commissione ad accelerare l’introduzione delle misure già proposte, ma anche a introdurre ulteriori misure che possano fornire significative riduzioni delle emissioni ad un ritmo più veloce, come rendere obbligatorio l’uso degli impianti solari nelle ristrutturazioni.
Il pacchetto sul clima – che Eunews spiega nel dettaglio qui – include una serie di nuovi standard sulle emissioni e sulle rinnovabili, tasse e tariffe sulle industrie emettitrici di carbonio come acciaio, automobili, carburante, compagnie aeree, ma anche una revisione del sistema ETS e di un meccanismo per dare un prezzo alle emissioni importate. Gran parte delle misure non saranno introdotte prima del 2030 mentre secondo gli eurodeputati firmatari è questo il decennio giusto (2020-2030) per invertire la rotta e fare in modo che non sia troppo tardi. “I prossimi dieci anni saranno i più importanti per agire contro le crisi climatiche e della biodiversità”, avverte il co-presidente del gruppo Philippe Lamberts, in un tweet citando l’ultimo rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) che identifica questo decennio che stiamo già vivendo come quello decisivo.
À la lumière des conclusions alarmantes du GIEC, nous avons envoyé une lettre à @vonderleyen & @TimmermansEU, demandant de réviser les propositions du paquet #Fitfor55: il faut aller beaucoup plus vite, il faut aller beaucoup plus loin.#SaveTheGreenDeal pic.twitter.com/fVtYEyBcex
— Philippe Lamberts (@ph_lamberts) September 14, 2021
Il rapporto in questione conclude che “forti e costanti riduzioni di emissioni di CO2” e di altri gas serra possono limitare i cambiamenti climatici, ma se, da una parte, grazie a queste riduzioni, benefici per la qualità dell’aria sarebbero rapidamente visibili, per vedere gli effetti sulla temperatura globale potrebbero volerci 20-30 anni. Per questo è necessario anticipare i tempi. “L’emergenza climatica è in atto e porta con sé fenomeni estremi sempre più frequenti, delineando un pianeta nel quale la maggioranza degli organismi e degli ecosistemi non riuscirà ad adattarsi. In un contesto del genere, l’Unione europea ha l’obbligo di accelerare la riduzione delle sue emissioni, e il pacchetto Fit for 55, che prevede l’attuazione di misure importanti solo dopo il 2030, sebbene sia un passo nella giusta direzione, non si configura come strumento adeguato ad affrontare l’urgenza”, aggiunge in una nota la delegazione italiana del gruppo dei Greens, composta da Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini, a margine della discussione sul pacchetto ‘Fit for 55’.