Bruxelles – Non esiste vaccino per un pianeta malato. Con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron apriva il 3 settembre nella città di Marsiglia il Congresso mondiale dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), una settimana di discussioni tra leader internazionali, organizzazioni governative, rappresentanti della società civile, delle Istituzioni e privati in cui si sono gettate le basi per un grande accordo globale per la protezione della biodiversità, sulla scia dell’accordo sul clima di Parigi del 2015. Un accordo che anche l’Unione Europea, tra i partecipanti del Congresso, punta a sottoscrivere durante la prossima COP15 di Kunming (Cina), la Conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite che si terrà in due appuntamenti diversi: dal 11 al 15 ottobre in formato digitale e dal 25 aprile all’8 maggio 2022 fisico.
Il Congresso mondiale per la conservazione della natura si svolge ogni quattro anni, ma come per la COP15, è stato rinviato l’anno scorso a causa della pandemia. Questa edizione è organizzata congiuntamente dall’Unione internazionale per la conservazione della natura e dal governo francese, con l’obiettivo di porre le base per un obiettivo globale ambizioso. Tre i temi principali al centro del Congresso: il quadro di conservazione della biodiversità post-2020, che dovrà essere adottato durante la COP15; il ruolo della natura nella ripresa globale dalla pandemia di COVID-19; e la necessità di trasformare il sistema finanziario globale e gli investimenti diretti in progetti per la natura.
Dal vertice arriva l’appello ai governi partecipanti ad attuare una ripresa dalla pandemia da COVID-19 basata sulla natura, impegnando almeno il 10 per cento dei fondi globali per la ripresa di natura e biodiversità. Secondo i dettagli forniti dal segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, il mondo non ha raggiunto neanche uno degli obiettivi globali di biodiversità fissati per il 2020 e la biodiversità è messa di fronte a un deficit di finanziamento di circa 711 miliardi di dollari all’anno fino al 2030.
Proteggere l’80 per cento dell’Amazzonia entro il 2025, fermare l’estrazione mineraria in acque profonde attraverso gli oceani e la richiesta alla comunità globale di adottare un ambizioso approccio ‘One Health’ (una Salute, intesa come l’unione della salute umana, animale e ambientale) sono inoltre alcuni degli obiettivi fissati nelle 148 risoluzioni e raccomandazioni adottate nell’ultima settimana dagli oltre 1.500 membri dell’IUCN. Tra le decisioni prese a Marsiglia, anche l’istituzione di una Commissione per la crisi climatica, per integrare le altre commissioni esistenti dell’Unione.
Gli obiettivi europei
Il Congresso si è chiuso venerdì 10 settembre e si è svolto in modalità ibrida, a Marsiglia e online. A nome dell’Unione Europea hanno preso parte il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e i due commissari Frans Timmermans (responsabile per il Green Deal) e Virginijus Sinkevičius, per l’Ambiente. Con la sua strategia per la biodiversità pubblicata a maggio 2020 la Commissione Europea punta a limitare la perdita della biodiversità nel Continente entro il 2030, ponendo tra gli obiettivi da raggiungere la trasformazione di almeno il 30 per cento rispettivamente delle terre e dei mari europei in ‘aree protette’ da combinare al ripristino di almeno il 10 per cento delle aree agricole in caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. Ma nei piani di Bruxelles per i prossimi mesi c’è l’intenzione di fare di più: entro la fine del prossimo anno la presidente Ursula von der Leyen ha promesso anche la promozione di una nuova legislazione per ridurre al minimo il rischio che prodotti che innescano la deforestazione globale vengano immessi sul mercato europeo.
https://twitter.com/VSinkevicius/status/1433777234989535257?s=20
Ma ad aprire e ospitare l’evento è stato Macron ribadendo che “il nostro obiettivo comune è mettere la natura in cima alle priorità internazionali, perché i nostri destini sono intrinsecamente correlati: pianeta, clima, natura e comunità umane”. E’ in questo appuntamento internazionale che il capo dell’Eliseo ha iniziato a definire l’agenda ‘verde’ della presidenza francese alla guida dell’UE, che inizierà il primo gennaio 2022 per sei mesi.