Bruxelles – È arrivato il verdetto. Maria Kolesnikova e Maksim Znak, membri del Presidium del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, sono stati condannati dal tribunale regionale di Minsk rispettivamente a 11 e 10 anni di carcere. Entrambi gli oppositori sono stati ritenuti colpevoli di aver incitato la popolazione a “commettere azioni contro la sicurezza nazionale della Bielorussia, di cospirazione per impadronirsi del potere con mezzi incostituzionali e di creazione e direzione di una formazione estremista”. In altre parole, di aver organizzato le proteste popolari e la piattaforma di opposizione al presidente Alexander Lukashenko, dopo le elezioni-farsa del 9 agosto dello scorso anno.
Il processo a carico dei due imputati era iniziato un mese fa, dopo quasi un anno di detenzione. A settembre dello scorso anno aveva fatto scalpore la vicenda dell’arresto di Kolesnikova. L’attivista – che aveva diretto il quartier generale del candidato presidenziale Viktor Babariko e successivamente aveva offerto sostegno alla campagna elettorale di Sviatlana Tsikhanouskaya – era stata rapita dai servizi segreti bielorussi a Minsk in pieno giorno. Portata alla frontiera con l’Ucraina, le autorità avevano tentato di espellerla dal Paese, ma Kolesnikova si era opposta e aveva distrutto il suo passaporto. A quel punto era stata arrestata e portata in isolamento nel carcere della capitale.
“L’Unione Europea deplora la continua palese mancanza di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo bielorusso da parte del regime di Minsk “, è stata la condanna di Bruxelles, attraverso una nota del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE). “Ribadiamo la richiesta di rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri politici in Bielorussia“, che al momento “sono più di 650”. Tra questi, oltre agli oppositori Kolesnikova e Znak, anche “giornalisti e tutte le persone che sono dietro le sbarre per aver esercitato i loro diritti” in Bielorussia.
L’UE ha avvertito il regime di Lukashenko che “deve rispettare i suoi impegni e obblighi internazionali” e che le istituzioni europee continueranno i loro “sforzi per promuovere la responsabilità della brutale repressione da parte delle autorità bielorusse”. Dopo le sanzioni economiche contro Minsk e i quattro pacchetti di misure restrittive nei confronti di persone e aziende vicine al regime, è attesa a stretto giro a Bruxelles l’adozione di un quinto pacchetto di sanzioni mirate.
Per quanto riguarda il processo che ha portato alle condanne per i due membri del Presidium dell’opposizione democratica, l’UE ha bollato come “infondate” le accuse del tribunale di Minsk. Anche la leader dell’opposizione e presidente legittima riconosciuta dall’UE, Sviatlana Tsikhanouskaya, ha puntato il dito contro gli uomini di Lukashenko: “Si tratta di terrore contro i cittadini bielorussi che osano opporsi al regime“, ha commentato su Twitter. “Chiediamo l’immediato rilascio di Maria e Maksim, che non sono colpevoli di nulla”.
The regime sentenced Maria Kalesnikava & Maksim Znak to 11 & 10 years in prison. We demand the immediate release of Maria & Maksim, who aren't guilty of anything. It's terror against Belarusians who dare to stand up to the regime. We won't stop until everybody is free in Belarus. pic.twitter.com/RbnefQzX0q
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) September 6, 2021