Bruxelles – Il settanta per cento degli adulti europei, circa 256 milioni di persone, ha completato il ciclo vaccinale contro il COVID-19. A comunicarlo oggi (31 agosto) è la Commissione Europea che celebra il raggiungimento dell’obiettivo di vaccinare con doppia dose il 70 per cento della popolazione adulta entro l’estate, fissato a gennaio e che è diventato ancora più necessario raggiungere da quando si è diffusa la variante delta del Coronavirus, che risulta più debole solo a fronte di un ciclo di vaccinazione completo.
70% of adults in EU are fully vaccinated.
I want to thank the many people making this great achievement possible.
But we must go further!
We need more Europeans to vaccinate. And we need to help the rest of the world vaccinate, too.
We'll continue supporting our partners. pic.twitter.com/VxdvZlrwYv
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) August 31, 2021
Un “traguardo cruciale”, festeggia l’UE, che già a luglio aveva consegnato agli Stati membri dosi sufficienti per arrivare a raggiungerlo. “Ma la pandemia non è finita”, avverte in un video messaggio la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, invitando “tutti coloro che possono a farsi vaccinare. E dobbiamo aiutare anche il resto del mondo a vaccinare”.
Come sottolineavamo ieri, il raggiungimento di questo traguardo non insignificante – se si pensa alle difficoltà iniziali osservate nel primo trimestre dell’anno a causa di mancate consegne e difficoltà organizzative – non deve distogliere l’attenzione dal fatto che ci sono forti divergenze territoriali nei tassi di vaccinazione anche dentro l’UE: più di un Paese non ha ancora raggiunto nemmeno il 50 per cento di quanti potrebbero vaccinarsi, a causa di una forte esitazione alla vaccinazione. Mentre diversi Stati membri si stanno già organizzando per la somministrazione della terza dose a partire da settembre, c’è una parte non indifferente della popolazione che ancora non ha ricevuto la prima.
Dalla commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, la promessa che l’UE continuerà “a sostenere in particolare quegli Stati membri che continuano ad affrontare sfide. Dobbiamo colmare il divario immunitario e chiudere la porta alle nuove varianti e per farlo, le vaccinazioni devono vincere la corsa alle varianti”. Di ieri l’allarme dell’Organizzazione mondiale della Sanità su un rallentamento della campagna di vaccinazione in Europa, nonostante il Continente sia già di nuovo alle strette con la variante delta. “Nelle ultime sei settimane, le vaccinazioni sono diminuite del 14 per cento a causa di una mancanza di accesso ai vaccini in certi Paesi e la mancanza di un’accettazione della vaccinazione in altri”, ha avvertito Hans Kluge, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa.
L’obiettivo del 70 per cento era stato fissato all’inizio della campagna di vaccinazione come soglia minima per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, che è la capacità di una comunità di resistere a un’infezione o perché una parte consistente della popolazione ha già contratto la malattia e guarisce o perché viene vaccinata e diventa immune dai suoi effetti gravi. L’ottimismo iniziale per l’immunità di gregge non aveva fatto i conti con le nuove varianti del Coronavirus, in particolare la delta, che risulta più contagiosa del 60 per cento rispetto alle altre: più aumenta la contagiosità del virus più cresce la percentuale di popolazione che serve per raggiungere l’immunità di gregge, anche se finora non ci sono stati numeri certi su quanto debba essere questa percentuale per raggiungerla. L’unica certezza è che la doppia dose è necessaria per una risposta più efficace contro la delta.