Bruxelles – Volano i socialdemocratici nell’ultimo tratto della corsa alle elezioni federali del 26 settembre. Non sono solo i sondaggi a confermarlo, ma anche gli umori dell’opinione pubblica dopo il confronto elettorale televisivo tra i tre maggiori candidati alla cancelleria. Il dibattito – andato in onda ieri sera (29 agosto) su n-tv e RTL – ha visto un Olaf Scholz in pieno controllo della situazione, mentre Armin Laschet (CDU) e Annalena Baerbock (Verdi) sono apparsi più aggressivi, nel tentativo di recuperare consensi e mettere in difficoltà i rispettivi avversari.
Secondo quanto emerge dal rilevamento dell’Istituto tedesco di investigazione sociale e analisi statistiche (Forsa), Scholz ha vinto il confronto, convincendo il 38 per cento degli spettatori. Alle sue spalle la candidata ecologista (30) e il presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (25). Ma è ancora più significativo il dato sulla credibilità post-elettorale. Alla domanda “Di chi ti fideresti di più alla guida del Paese?“, quasi la metà degli intervistati ha indicato Scholz (47 per cento). Laschet convince solo un quarto del campione elettorale (24), mentre Baerbock un quinto (20).
TV-Duell: Wem trauen Sie am ehesten zu, das Land zu führen?
Scholz (SPD): 47%
Laschet (CDU): 24%
Baerbock (GRÜNE): 20%via @ntvde / Forsa, 2500 online Befragte#Triell
— Deutschland Wählt (@Wahlen_DE) August 29, 2021
Durate il dibattito televisivo Scholz ha mantenuto un atteggiamento “merkeliano” – come ha iniziato a fare già da qualche tempo – sfruttando l’esperienza accumulata al fianco della cancelliera Angela Merkel (nell’esecutivo riveste sia il ruolo di ministro delle Finanze, sia quello di vice-cancelliere). Rimasto a lungo in silenzio, ha lasciato che gli altri due candidati si scontrassero su questioni di politica interna e ha risposto in maniera fredda e calcolata quando è stato a sua volta attaccato.
Tra i primi punti nell’agenda dell’SPD ci sono “salari migliori, un salario minimo più alto e pensioni stabili”, ha spiegato Scholz. Ma uno degli argomenti più caldi è stato quello relativo alle misure per la lotta ai cambiamenti climatici. Nonostante abbia confermato la necessità di “porre un freno alle attività umane inquinanti”, Scholz ha anche sottolineato che “la difesa del clima è un grande progetto per il futuro dell’industria“. Il candidato socialdemocratico si è però detto “contrario al divieto di voli interni e anche a centri urbani senza automobili”.
Su questo aspetto è stato criticato dalla co-presidente dei Verdi, che ha definito “allarmanti” le parole del socialdemocratico sul rapporto tra clima e industria. Lo scontro più acceso si è però registrato con il candidato della CDU, il quale non avrebbe “la minima idea di ciò di cui sta parlando”, secondo Baerbock, in particolare sull’eliminazione graduale del carbone e dei motori a combustione entro il 2030. Laschet ha replicato con un attacco frontale alla forza ecologista, definita “pericolosa” per l’industria nazionale: “Cercate di mettere gli industriali in catene e poi dite loro di correre più veloce“. Per il blocco centrista la soluzione dovrebbe invece essere basata su incentivi di mercato per accelerare la transizione verde.
Il presidente della CDU ieri sera è parso insolitamente battagliero, con tutta probabilità per smentire i critici che lo vedono come un candidato privo di personalità. L’alleato socialdemocratico all’interno della Große Koalition (la grande coalizione tra CDU-CSU ed SPD) è stato criticato per non aver escluso la sinistra di Die Linke da una possibile coalizione con SPD e Verdi, nonostante l’impegno indiscutibile del Paese nella NATO. “Dobbiamo prendere una posizione chiara nei confronti degli estremisti”, ha affondato Laschet, dal momento in cui “siamo il più grande Paese dell’Unione Europea e la questione di chi governa la Germania sta anche decidendo come si configurerà l’Europa“.
Il tema dell’Europa è emerso quasi solo a questo proposito, lasciato in disparte nelle due ore di confronto tra i candidati alla cancelleria. Anche Baerbock ha escluso una coalizione con Die Linke, ma solo fino a quando continuerà a boicottare una politica estera europea attiva. La questione europea è diventata di rimando un richiamo alle conseguenze in politica interna. Se Die Linke ammorbidisse le sue posizioni intransigenti, si potrebbe delineare una potenziale alleanza di sinistra con i Verdi (anche se per il momento non avrebbero i numeri per una maggioranza al Bundestag). Proprio su questo punto Laschet ha cercato di incalzare Scholz, seguendo una linea di rassicurazione dell’elettorato conservatore contro il “rischio rosso” per risalire nei sondaggi.
La marginalità del discorso europeo è emersa anche dal modo in cui è stata trattata la crisi e l’evacuazione dall’Afghanistan. Scholz e Laschet hanno sottolineato l’importanza di una politica estera europea più forte, ma non si sono sbilanciati su come questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto. In un Paese in cui la stragrande maggioranza dell’elettorato pone come prioritarie le questioni di livello comunitario, nel dibattito televisivo di ieri è sembrato mancare un tema enorme della campagna elettorale.