La Banca centrale ungherese (Mnb) ha annunciato un ulteriore rialzo di 0,30 punti del suo tasso d’interesse di riferimento all’1,50%. L’obiettivo è quello di inasprire ulteriormente la politica monetaria per combattere l’aumento dell’inflazione, in un contesto di netta ripresa dell’economia. Infatti, anche se l’inflazione nominale è rallentata al 4,6% annuo a luglio – dal 5,3% di giugno – è comunque rimasta al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale fissato tra il 2% e il 4%. L’istituto centrale ha anche alzato il suo tasso sui prestiti e il tasso di deposito overnight rispettivamente al 2,45% e allo 0,55%.
Già a giugno la Banca nazionale d’Ungheria era diventata la prima autorità monetaria dell’Unione Europea ad aumentare i costi di prestito dopo l’epidemia di Coronavirus. Difatti, l’istituto centrale aveva alzato i tassi a giugno per la prima volta in un decennio e di nuovo il mese successivo. Ora si è impegnata a fare di più per frenare le pressioni sui prezzi.
In un comunicato, il Consiglio monetario ha elogiato “il successo della ripartenza dell’economia ungherese”, che ha registrato una crescita del 2,7% nel secondo trimestre rispetto al precedente, “superando il livello pre-crisi”. In questo contesto, per evitare il surriscaldamento dell’economia e “per garantire la stabilità dei prezzi”, la Mnb ha deciso “di continuare a inasprire le condizioni monetarie”.
Il contesto è facilitato dal fatto che il governo di Budapest ha allentato ampiamente le restrizioni anti-COVID già ad aprile. Questo grazie ai 9,8 milioni di abitanti immunizzati per l’uso di vaccini russi e cinesi, oltre a quelli approvati dall’Unione Europea. Inoltre, in risposta alla pandemia, la Banca centrale ungherese aveva abbassato nell’estate del 2020 i tassi al minimo storico dello 0,6%. Dal marzo 2013, l’istituto monetario è guidato dall’ex-ministro dell’Economia, Gyorgy Matolcsy, considerato il braccio destro del premier, Viktor Orbán.