Lunedì 23 agosto sono stati pubblicati i dati ‘flash’ preliminari di agosto dell’Indice PMI Composito elaborato da Ihs Markit, che misura le aspettative delle imprese. Nell’Eurozona il valore si attesta su 59,5 punti, in diminuzione rispetto ai 60,2 punti di luglio. Eguagliato comunque il risultato di giugno, che rappresentava il secondo miglior risultato dal 2006.
Continua quindi il trend di crescita dell’Europa, ma con una contrazione dovuta principalmente alle preoccupazioni legate alla diffusione della variante delta. Infatti, l’attività economica dell’eurozona di agosto ha continuato a espandersi a uno dei tassi più elevati degli ultimi due decenni. Il ritmo di crescita è stato solo lievemente indebolito dai diffusi ritardi sulla catena di distribuzione.
Per la prima volta nel periodo pandemico, l’espansione del settore terziario ha superato quella del manifatturiero, sostenuta dalle progressive riaperture dell’economia. Nel frattempo, con la domanda che supera l’offerta, i costi e i prezzi di vendita delle aziende hanno registrato un nuovo rialzo e ad uno dei tassi più rapidi degli ultimi 20 anni. La fiducia sull’economia è rimasta sottotono a causa delle crescenti preoccupazioni sulla variante Delta. Tuttavia, il tasso di assunzione è rimasto il più forte in 21 anni poiché le aziende hanno infoltito la capacità operativa per far fronte alla crescente domanda.
Rallenta il manifatturiero, crescono i servizi
Nel corso di questo periodo di ripresa dalla pandemia, la crescita del settore terziario ha superato per la prima volta quella del manifatturiero. Questo grazie alla progressiva diminuzione delle misure anti COVID-19 nel corso del mese di agosto, ridotte ai minimi dall’inizio della pandemia. L’espansione dei servizi è stata tuttavia marginalmente più lenta rispetto al picco in 15 anni raggiunto a luglio. Infatti alcune aziende hanno nuovamente subito la pressione del recente rialzo dei contagi.
La produzione manifatturiera ha continuato ad aumentare ad un ritmo che di rado è stato superato nella storia dell’indagine. Questo grazie all’attuale risveglio della domanda dagli ‘abissi’ registrati nel periodo pandemico. Il tasso di espansione ha tuttavia indicato un infiacchimento per il secondo mese consecutivo, segnando il tasso più debole da febbraio (61,5 punti). Il rallentamento della crescita produttiva è principalmente legato ai disagi sulla catena di fornitura.
Fiducia e occupazione
L’aumento sostenuto della domanda e le migliorate prospettive dovute all’aumento dei tassi di vaccinazione hanno portato a un vigoroso ottimismo per l’anno a venire. Il livello di fiducia è rimasto tra i maggiori dal 2012, anno in cui i dati comparabili sono stati per la prima volta disponibili. Tuttavia, viste le preoccupazioni sulla variante Delta del Coronavirus, l’ottimismo è diminuito per il secondo mese consecutivo fino a toccare il valore minimo da marzo.
L’occupazione è nel frattempo aumentata allo stesso tasso record in 21 anni di luglio. Le aziende che hanno incrementato la loro capacità operativa di pari passo con la recente crescita di ordini e le promettenti prospettive future. Anche se nel manifatturiero si è notato un rallentamento del tasso di creazione occupazionale, in parte dovuto alla carenza di manodopera, la crescita degli organici del terziario ha toccato il valore più alto da settembre 2018.
L’ulteriore aumento occupazionale ha contribuito a rinvigorire la capacità operativa e a limitare la crescita di lavoro inevaso nel mese di agosto. L’aumento delle commesse in giacenza è però rimasto comunque il terzo più alto nella storia dell’indagine, successivo a quelli di giugno e luglio.
I Paesi europei
Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un peggioramento del Pmi manifatturiero a 62,7 da 65,9 che rappresentava comunque il record degli ultimi ventitré anni (le stime degli analisti indicavano 65 punti). In calo anche i servizi a 61,5 da 61,8 (sopra il 61 atteso). Berlino ha continuato a guidare l’espansione, nonostante l’indebolimento della crescita dal record in 23 anni di luglio. Se l’incremento dei servizi è rallentato solo marginalmente rispetto al tasso record di luglio, nel manifatturiero si è registrato un indebolimento più elevato, dovuto principalmente ai disagi nella catena di distribuzione.
In Francia, la manifattura si porta a 57,3 da 58 (in linea con il consensus) e i servizi a 56,4 da 56,8 (era atteso 57).
Il commento degli esperti
“Ad agosto, la ripresa economica dell’eurozona ha mantenuto uno slancio eccezionale, con un indice Pmi indebolito solo di poco rispetto al recente record di luglio”, commenta Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. Il rallentamento deriva soprattutto alla diffusione della variante Delta ed ai ritardi della catena di distribuzione che – afferma – “hanno lasciato spesso le aziende incapaci di soddisfare la domanda e facendo innalzare i prezzi. I costi, uniti all’impennarsi della domanda, hanno generato un altro incremento quasi record dei prezzi medi di vendita di beni e servizi, mostrando tuttavia alcuni benefici segnali di una pressione inflazionistica che potrebbe ormai aver già raggiunto il picco”.
“Sicuramente incoraggiante – aggiunge l’esperto – è il secondo mese di creazione occupazionale al tasso più forte in 21 anni, che rispecchia gli sforzi delle aziende di potenziare la capacità operativa e soddisfare la domanda, che in ultima analisi dovrebbe ulteriormente contribuire a far abbassare la pressione dei prezzi”. “Preoccupano alcuni segnali di incremento dei salari dovuti all’aumento del mercato del lavoro – conclude Williamson – che potrebbero tradursi in un aumento dell’inflazione, e i ritardi delle forniture soprattutto asiatiche che sembrano destinati a persistere ancora per qualche tempo”.