Bruxelles – Basta restrizioni per bar e ristoranti, via il tetto massimo di persone che è possibile ospitare in case private e fine delle regole anti-COVID per buffet, feste private e matrimoni. E’ il primo settembre la data da segnare in calendario che avvia in Belgio l’inizio della quarta fase di allentamento delle misure sanitarie introdotte per la prima volta più di un anno fa per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus, mentre la vaccinazione nel Paese avanza. Avanza quasi ovunque in Belgio, ma non quanto dovrebbe nella regione di Bruxelles, capitale e sede delle principali istituzioni dell’Unione europea, in cui saranno mantenute ancora per almeno un mese gran parte delle regole anti-COVID che riguardano il settore alberghiero e la ristorazione, a causa di un tasso di vaccinazione appena superiore al 60 per cento.
Ad annunciarlo venerdì 20 agosto il primo ministro Alexander De Croo al termine della mensile riunione del comitato di esperti e dell’unità di crisi, che in una nota evocano la necessità “di ulteriori sforzi per raggiungere in tutti i comuni del Paese la soglia minima del 70 per cento di vaccinazione completa”, trampolino di lancio verso la vaccinazione completa dell’intera popolazione. Il Comitato consultivo ha osservato anche una lenta ma persistente tendenza all’aumento delle nuove infezioni, ma la situazione resta ancora “gestibile” in particolare per quanto riguarda i posti letto nelle terapie intensive degli ospedali. “Oltre il 90 per cento delle persone con più di 65 anni e delle persone vulnerabili nel nostro Paese è stato completamente immunizzato; quasi il 70 per cento della popolazione totale è stato vaccinato”, assicura De Croo in conferenza stampa.
In effetti, i dati indicano il Belgio come uno dei Paesi più performanti nell’Unione Europea in termini di vaccinazione che stanno toccando la soglia minima del 70 per cento degli adulti vaccinati, insieme a Spagna e Portogallo, lo stesso obiettivo fissato dall’intera UE. Tuttavia a Bruxelles si è fermi al 60 per cento degli adulti completamente vaccinati contro l’88 per cento delle Fiandre e il 77 per cento in Vallonia, come mostrano i dati dell’istituto di ricerca di Sciensano. Con possibili conseguenze sul piano delle ospedalizzazioni.
Il paradosso Bruxelles
E’ questo che non consente, per ora, la revoca della gran parte delle restrizioni che, invece, scompariranno nelle Fiandre e in Vallonia a partire da settembre. “La situazione epidemiologica non lo consente. Proporrò di mettere in pausa gli allentamenti a Bruxelles, per ora manteniamo il decreto ministeriale così com’è con le misure che conosciamo”, ha detto venerdì il ministro-presidente di Bruxelles Rudi Vervoort durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione. In concreto significa che gli esercizi Horeca (bar, ristoranti e alberghi) dovranno per ora mantenere un numero limitato di persone per tavolo (8, esclusi i bambini fino a 12 anni) e rimarrà applicato l’orario di chiusura obbligatorio all’1:00 e una distanza di 1,5 metri tra i tavoli.
“Riconosco che può sembrare frustrante per coloro che sono vaccinati e che hanno adempiuto alla loro parte del contratto sociale”, ammette Vervoort, ricordando però che il tasso di vaccinazione è ancora basso nella capitale rispetto a Fiandre e Vallonia, “in particolare per la fascia di età 12-17 anni”. La differenza nel tasso di vaccinazione rispetto alle altre due regioni è infatti ancora più evidente tra gli adolescenti (12-17 anni) con il 10% completamente vaccinato a Bruxelles contro il 29 e il 36 per cento rispettivamente delle Fiandre e della Vallonia. Complice anche il fatto che la vaccinazione di questa fascia di età è cominciata da relativamente poco tempo, a ridosso dell’estate, diversi mesi dopo rispetto alla vaccinazione degli over 18.
Quali possono essere le ragioni di questa lentezza nella campagna di vaccinazione nella Capitale? Vervoort difende l’operato delle autorità di Bruxelles, che sta soffrendo le criticità di tutte le “grandi” città. “Ammetto che i numeri non sono buoni, ma dire che abbiamo fallito sarebbe offensivo per le squadre. Non è vero”, ha detto intervistato dal quotidiano Lecho. “I nostri centri hanno funzionato in modo straordinario. Dire che non abbiamo fatto informazioni è falso. Abbiamo lavorato con comuni, associazioni, culti, influencer… Ma quando una comunità, per motivi religiosi o superstiziosi, lancia messaggi di ignoranza, è difficile contrastare”.
Per ora, dunque, niente fine restrizioni. Dopo un mese, verso fine settembre, verrà fatta una valutazione della situazione. Ma nel frattempo il ministro non esclude che possano esserci delle flessibilità, in particolare la scomparsa della bolla sociale (il numero di persone che è possibile incontrare in un luogo chiuso) o la possibilità di organizzare eventi con più persone.
Cosa cambia dal 1° settembre
Per le altre regioni del Belgio, Vallonia e Fiandre, scompariranno le restrizioni sul numero massimo di persone che si ammettono nelle case private o nelle strutture ricettive. Quanto a bar e ristoranti (compresi servizi a domicilio) non ci saranno più limiti di orario di apertura e chiusura, sul numero delle persone che possono sedersi allo stesso tavolo o sulla distanza fisica da mantenere tra gruppi di persone. Via anche l’obbligo di mettere a disposizione solo posti a sedere nei bar e ristoranti, le consumazioni potranno farsi in piedi.
Nonostante l’allentamento delle restrizioni, resta obbligatorio indossare la mascherina all’interno di bar, hotel e ristoranti. Le restrizioni e l’obbligo di mascherina saranno eliminati per eventi al coperto con meno di 200 persone e fino a 400, “a meno che l’autorità locale non decida diversamente”. Gli eventi che superano questi numeri saranno aperti solo alle persone che sono state vaccinate e hanno un test del virus negativo o si sono riprese dalla malattia, quindi che possono dimostrare di avere un Certificato COVID (che in Belgio si chiama COVID Safe ticket)
Le discoteche e le sale da ballo potranno riaprire il 1° ottobre, sulla base di protocolli più specifici in termini di qualità dell’aria, ventilazione e capienza massima a seconda della superficie. Anche le restrizioni sui buffet e sui balli alle feste private, compresi i matrimoni, sono state revocate.
Resta obbligatorio mettere la mascherina sui mezzi pubblici e nelle stazioni ferroviarie, nei negozi e nei centri commerciali, quando si viaggia negli esercizi Horeca, nelle sale convegni, nelle fiere, negli auditorium, nei luoghi di culto, nei tribunali , biblioteche e ad eventi. Così come resta obbligatorio indossarla nei luoghi frequentati come le vie dello shopping, i mercatini annuali e le fiere, dal momento che la mascherina “resta uno degli strumenti più efficaci per prevenire l’ulteriore diffusione dei contagi”.