La Repubblica Ceca ha abolito gli orfanotrofi. Era l’ultimo paese dell’Unione europea in cui i bambini di età inferiore ai tre anni venivano lasciati in istituti invece che a genitori affidatari.
Finalmente il 6 agosto, dopo anni di battaglie e pressioni, la Camera dei deputati della ‘Cechia’ ha approvato una misura che vieta di mettere i bambini che hanno meno di tre anni in un orfanotrofio. L’emendamento alla legge è stato sostenuto da 99 dei 113 deputati presenti. Se la legge passerà al Senato, il provvedimento entrerà in vigore dalla fine del 2024. I dati della Repubblica Ceca restano però allarmanti: ogni anno più di 1.200 bambini vengono portati in orfanotrofio, un quarto dei quali molto piccoli.
L’Europa dell’Est
La situazione nell’Europa dell’Est resta ancora molto critica sotto questo punto di vista. L’ingresso nell’Unione Europea di paesi come la Bulgaria e la Romania avvenuta nel 2007 ha permesso in parte di risolvere questo problema.
Infatti, proprio nel 2007 è stato pubblicato un documentario intitolato “Bulgaria’s Abandoned Children” firmato dalla BBC che documentò la realtà di uno specifico orfanotrofio , quello della cittadina di Mogilino, a nord della Bulgaria, dove risiedevano numerosi bambini e adolescenti con disabilità mentali e fisiche. Grazie all’ingresso nell’Unione Europea, la Bulgaria ha avuto accesso a fondi pari a 136,5 milioni di leva solo per il periodo 2015-2020 (circa 70 milioni di euro). Oggi sono rimasti aperti solo 12 istituti, l’ultimo chiuderà nel 2025, nel 2010 erano circa 80. E questo è un ottimo risultato.
Secondo uno studio Unicef, intitolato “Child Abuse & Neglect”, reso pubblico a febbraio 2018, i numeri di alcune nazioni restano ancora alti. La Romania infatti ha più di 20 mila bimbi istituzionalizzati, la Bulgaria 4.200, la Croazia 1.900, per citare solo i paese dell’Unione Europea. Se poi si allarga l’analisi ai paesi dell’est come la Bielorussia o i Balcani, la situazione è ancora più drammatica.
Strategia dell’UE sui diritti dei minori: le sei aree tematiche e l’azione proposta
A marzo 2021 la Commissione Europea ha adottato la prima strategia generale dell’UE sui diritti dei minori. E’ stata anche emanata una proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce la Child Guarantee europea per l’infanzia. La finalità è quella di promuovere pari opportunità per i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale. Per preparare entrambe le iniziative la Commissione ha raccolto il parere di oltre 10.000 minori. Ecco le sei aree tematiche emerse e le azioni proposte in tali ambiti.
- I minori come agenti di cambiamento nella vita democratica: la Commissione ha proposto una serie di azioni, dalla produzione di testi giuridici adatti ai minori all’organizzazione di consultazioni con i minori nel contesto della conferenza sul futuro dell’Europa e dell’attuazione del patto per il clima e del Green Deal. Gli Stati membri dovrebbero da parte loro consentire la partecipazione dei minori alla vita civica e democratica.
- Il diritto dei minori di realizzare pienamente il loro potenziale indipendentemente dal loro contesto sociale: la Commissione intende istituire una garanzia europea per l’infanzia per combattere la povertà e l’esclusione sociale dei minori. Si occuperà, ad esempio, anche della salute mentale dei minori e aiuterà a sostenere un’alimentazione sana e sostenibile nelle scuole dell’UE. Si impegnerà inoltre per migliorare le norme sull’educazione e la cura della prima infanzia in tutta l’UE e per assicurare un’istruzione inclusiva di qualità.
- Il diritto dei minori di essere liberi dalla violenza: la Commissione proporrà testi legislativi volti a combattere la violenza di genere e la violenza domestica e formulerà raccomandazioni per prevenire le pratiche dannose nei confronti delle donne e delle ragazze. Gli Stati membri devono creare sistemi integrati di protezione dei minori e migliorarne il funzionamento, rafforzare la risposta nazionale alla violenza nelle scuole e adottare atti legislativi nazionali per porre fine alle punizioni corporali in tutti i contesti.
- Il diritto dei minori a una giustizia a misura di minore in quanto vittime, testimoni, indagati o imputati per la commissione di un reato, o parti in qualsiasi procedimento giudiziario. La Commissione contribuirà, ad esempio, alla formazione giuridica specializzata e collaborerà con il Consiglio d’Europa per attuare le linee guida del 2010 per una giustizia a misura di minore; gli Stati membri devono sostenere, fra l’altro, la formazione, e sviluppare solide alternative all’azione giudiziaria, quali le alternative alla detenzione o la mediazione nei casi civili.
- Il diritto dei minori di navigare in sicurezza nell’ambiente digitale e di sfruttarne le opportunità: la Commissione aggiornerà la strategia europea per un internet migliore per i ragazzi; la proposta di legge sui servizi digitali mira a rendere sicura l’esperienza online. La Commissione invita gli Stati membri ad attuare efficacemente le norme sulla protezione dei minori contenute nella direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi e a favorire lo sviluppo delle competenze digitali di base dei minori. La Commissione esorta inoltre le imprese del settore delle TIC a lottare contro i comportamenti nocivi online e a rimuovere i contenuti illegali.
- I diritti dei minori nel mondo: i diritti dei minori sono universali e l’UE ribadisce il suo impegno a proteggerli, promuoverli e rispettarli in tutto il mondo e nei contesti multilaterali. Ad esempio, assegnerà il 10 % dei finanziamenti per gli aiuti umanitari all’istruzione nelle situazioni di emergenza e nelle crisi prolungate. La Commissione intende elaborare un piano d’azione per i giovani entro il 2022 per promuovere la partecipazione dei giovani e dei bambini a livello mondiale, e rafforzare le capacità di protezione dei minori nelle delegazioni dell’UE. La Commissione applica inoltre una politica di tolleranza zero nei confronti del lavoro minorile.
La nuova garanzia europea per l’infanzia
Nel 2019 quasi 18 milioni di minori nell’UE (il 22,2 % dei minori) vivevano in famiglie a rischio di povertà o di esclusione sociale. Questa situazione genera un ciclo intergenerazionale di svantaggio, con effetti profondi e a lungo termine sui minori. La garanzia europea per l’infanzia mira a spezzare questo circolo vizioso e a promuovere le pari opportunità garantendo l’accesso a una serie di servizi fondamentali per i minori in stato di necessità (persone di età inferiore a 18 anni a rischio di povertà o di esclusione sociale).
Nell’ambito della garanzia europea per l’infanzia, si raccomanda agli Stati membri di permettere ai minori bisognosi di accedere gratuitamente ed efficacemente a:
- educazione e cura della prima infanzia, ad esempio evitando la segregazione scolastica;
- istruzione e attività scolastiche, ad esempio fornendo attrezzature adeguate per l’insegnamento a distanza e organizzando gite scolastiche;
- almeno un pasto sano per ogni giornata scolastica; e
- assistenza sanitaria, ad esempio agevolando l’accesso a esami medici e programmi di screening sanitario.
Tali servizi dovrebbero essere gratuiti e facilmente accessibili ai minori in stato di necessità.
L’impegno degli Stati membri e i fondi a disposizione
La Commissione raccomanda inoltre che gli Stati membri forniscano ai minori bisognosi un accesso effettivo a un’alimentazione sana e a un alloggio adeguato. Ad esempio, i minori dovrebbero ricevere pasti sani anche al di fuori della scuola e i minori senza fissa dimora e le loro famiglie dovrebbero avere accesso a un alloggio adeguato.
Nell’individuare i minori in stato di necessità e nel formulare le misure nazionali, gli Stati membri dovrebbero tenere conto delle esigenze specifiche dei minori che provengono da contesti svantaggiati, come quelli senza fissa dimora, con disabilità, con situazioni familiari precarie, provenienti da contesti migratori, appartenenti a una minoranza etnica o che ricevono assistenza alternativa.
L’UE mette a disposizione finanziamenti a sostegno di tali azioni nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Tale fondo finanzia progetti destinati a promuovere l’inclusione sociale, lottare contro la povertà e investire nelle persone. Sono interessati anche il Fondo europeo di sviluppo regionale, l’InvestEU e il dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Prossime tappe
L’attuazione della strategia dell’UE sarà monitorata a livello nazionale e dell’Unione. La Commissione riferirà sui progressi compiuti in occasione della riunione annuale del Forum europeo per i diritti dei minori. Alla fine del 2024 sarà svolta una valutazione della strategia, con la partecipazione di minori.
La Commissione invita gli Stati membri ad adottare rapidamente la proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce una garanzia europea per l’infanzia. Entro sei mesi dalla sua adozione, i governi sono invitati a presentare alla Commissione piani d’azione nazionali sulle modalità di attuazione. La Commissione monitorerà i progressi compiuti attraverso il semestre europeo e pubblicherà, ove necessario, raccomandazioni specifiche per paese.
L’obiettivo al 2030: 5 milioni di minori fuori dal rischio povertà
Sia nell’UE che fuori dall’UE i minori continuano a essere vittime di esclusione socioeconomica e discriminazione a causa della loro origine, del loro status, del genere o dell’orientamento sessuale, o di quelli dei loro genitori. Non sempre le voci dei minori sono ascoltate e non sempre le loro opinioni sono prese in considerazione nelle questioni che li riguardano. Queste difficoltà si sono aggravate con la pandemia di COVID-19. La Commissione risponde con una strategia generale per i prossimi quattro anni. La finalità è quella di sviluppare tutte le azioni dell’UE volte a tutelare e promuovere i diritti dei minori, con chiare iniziative di miglioramento. Dovrebbe inoltre aiutare gli Stati membri a utilizzare al meglio i fondi dell’UE.
La presidente von der Leyen ha annunciato la garanzia europea per l’infanzia nei suoi orientamenti politici per il periodo 2019-2024. La garanzia europea per l’infanzia completa il secondo pilastro della strategia sui diritti dei minori. È inoltre uno dei principali obiettivi del piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali adottato il 4 marzo 2021. Si ispira direttamente al suo undicesimo principio: assistenza all’infanzia e sostegno ai minori. Il piano d’azione propone l’obiettivo di ridurre di almeno 15 milioni, di cui almeno 5 milioni di minori, il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE entro il 2030.