Bruxelles – Le famiglie hanno fatto economia, hanno navigato attraverso la pandemia facendo sacrifici che si traducono in una maggiore ricchezza economica, che però non contribuirà alla ripresa. La Banca centrale europea prova a tracciare lo scenario di breve periodo, e le notizie non sono incoraggianti. Si è messo da parte denaro, ma l’incertezza spingerà ad aumentare i risparmi invece di spendere quanto messo da parte. L’analisi è contenuta nell’ultimo bollettino economico diffuso dall’organismo di Francoforte.
Il tasso di risparmio delle famiglie “è aumentato notevolmente nella prima metà del 2020”, rileva la BCE. Un risultato per certi aspetti determinato dal lockdown. A causa delle restrizioni imposte dal governo e del timore di infezioni, molti tipi di consumo non erano effettivamente disponibili (ad esempio cinema, musei, ristoranti, concerti e viaggi), e questo ha portato a risparmi involontari o “forzati”.
C’è più liquidità nei portafogli e sui conti delle famiglie. Un ‘tesoretto’ che potrebbe permettere ai consumi di ripartire, con tutti i dubbi del caso. Per gli analisti della BCE si pone la questione della misura in cui lo scioglimento del risparmio in eccesso accumulato può fornire un ulteriore impulso alla ripresa dei consumi privati. “Gli indicatori dell’indagine suggeriscono che non si verificherà un’impennata immediata dei consumi privati“.
Sebbene alcune categorie di spesa possano beneficiare di una domanda eccezionalmente elevata, gli indicatori dell’indagine condotta dall’eurotower non segnalano che nel prossimo anno una domanda repressa diffusa finanziata dai risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia darà un forte impulso ai consumi privati. Da qui al 2022 non ci sarà un’impennata dei consumi. O meglio, ci sarà una domanda limitata ad alcuni settori.
Se la ripresa resta fortemente dipendente da un rimbalzo dei servizi, che sono meno inclini agli effetti della domanda repressa, questo “potrebbe essere controbilanciato in una certa misura” dalla sostituzione a favore del consumo di beni durevoli. Questo lo scenario della BCE, che contiene cattive notizie per il comparto auto. Le famiglie hanno anche indicato che le loro intenzioni di acquistare un’auto nei prossimi 12 mesi rimangono al di sotto dei livelli pre-COVID.