L’idrogeno e l’Europa
Secondo gli obiettivi della Strategia europea, l’idrogeno verde sarà uno dei protagonisti nel percorso di decarbonizzazione già al 2030, fino a rappresentare il 13-14% del mix energetico europeo al 2050. Un contributo importante che comporta sfide tecnologiche, economiche e sociali.
Per prepararsi a questo scenario, l’Unione europea ha individuato l’Ucraina come un possibile e importante esportatore di idrogeno nei suoi Stati membri. Si stima infatti che il governo di Kiev potrebbe avere entro il 2030 10 GW di capacità di idrogeno elettrolizzato. Tale quantità di idrogeno sarebbe sufficiente per coprire un ottavo del fabbisogno europeo previsto.
La capacità dell’Ucraina
“Il nostro Paese – ha confermato Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino – può diventare il principale fornitore di idrogeno dell’Europa”. La maggior parte della capacità necessaria per produrlo deriverà da impianti eolici e solari, ma un contributo importante arriverà anche dall’idroelettrico.
Sui fiumi Dnepr e Dnestr, infatti, sono presenti centrali elettriche con una capacità installata totale di 5,8 GW a cui nei prossimi anni si aggiungeranno ulteriori 2,2 GW.
Gli effetti del Nord Stream 2
La manovra si inserisce nel complesso quadro politico conseguente al Nord Stream 2, l’accordo tra USA e Germania per portare a termine i lavori del gasdotto che raddoppierà il volume di gas naturale trasportato dalla Russia alla Germania attraverso il mar Baltico. Replicando, nei fatti, il percorso del gasdotto gemello Nord Stream che è già in attività. Si parla di circa 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Germania a capacità massima.
L’Ucraina non ha accolto bene quest’accordo, tanto che in un tweet il Ministro Kuleba ha definito il gasdotto una “minaccia per la sicurezza dell’Ucraina”. Il timore è che la Russia possa tentare di usare l’energia come arma o commettere ulteriori atti aggressivi contro l’Ucraina.
Proprio per questo la Germania ha previsto di nominare un inviato speciale incaricato di sostenere progetti energetici bilaterali con l’Ucraina. Il budget previsto per questa attività è di 70 milioni di dollari. E’ stato anche istituito un Fondo verde per l’Ucraina per sostenere la transizione energetica, l’efficienza e la sicurezza energetica dell’Ucraina. Anche in questo caso, la dotazione iniziale è di almeno 170 milioni di dollari.
Puntare sull’energia green pare quindi a questo punto la scelta migliore. Infatti, secondo un recente studio dell’International Energy Agency (IEA), in un ipotetico scenario di un’economia globale a zero emissioni, il peso dell’idrogeno da elettrolisi sarebbe intorno al 62%, con una domanda mondiale maggiore di circa 6 volte quella attuale.